giovedì 21 febbraio 2013

Donna Prassede

      Numerosi lettori, dopo aver letto il mio post odierno "Immersione rapida!", mi hanno scritto privatamente per sapere che cosa sia successo, quali le ragioni che hanno determinato un cambiamento così repentino. Molto gentilmente, si sono preoccupati per me.
       Li ringrazio di cuore per la loro sentita partecipazione, che mi ha perfino commosso, e li tranquillizzo subito: non è successo niente. Un piccolo evento privatissimo e molto positivo mi ha indotto a chiudere definitivamente una pagina verminosa e invereconda della mia esistenza. Una terribile e crudele presa in giro, la peggiore subita nel corso dei miei 62 anni di vita. Ho vissuto anni difficili e tempestosi, esperienze personali e politiche di confine, mi è capitato di prendere botte di piazza, di assistere a vicende poco edificanti, di seguire da vicino, da un osservatorio privilegiato, taluni retroscena della storia politica e militare di questo Paese. Ho avuto molti nemici, molte vicende controverse, politiche e personali, ma nessuno mi aveva mai trattato come un pezzo di merda come sono stato trattato nel corso dell'ultimo biennio. Ne sono perfino rimasto un po' sorpreso, perché neanch'io, per la verità, ho mai compreso "le ragioni di tanto risentimento" (mi piace, per colpire, usare le armi che sono state usate contro di me...; come "guerriero", sono abituato a farlo...).
       Poi, ieri, in fase di allontanamento definitivo da un'esperienza, una splendida novità sul piano personale e un sogno mi hanno infine staccato, per sempre, da una very shitty experience. Della splendida novità sul piano personale nulla dirò, né ora né mai, perché è privatissima.
       Dirò invece del sogno, perché è stata una visione, un'illuminazione, un'epifania, un evento straordinariamente rivelatore e pedagogico: ho sognato, scritto a caratteri cubitali nel libro della mia vita, il commento con cui il Manzoni, ne I promessi sposi, accompagna il suo commiato da Donna Prassede. E lo lascio a chi dovere, come mio piccolo e sentito omaggio, naturalmente del tutto metaforico, ci mancherebbe... Come epitaffio, è in linea con l'intera vicenda e la commenta e conclude con stile.

                                             Piero Visani

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