giovedì 14 febbraio 2013

Le puledre irlandesi

      Ho sempre amato le puledre irlandesi. E continuo ad amarle, nonostante le non poche delusioni che mi hanno dato. E' l'estetica che mi spinge ad esse, in primo luogo, ma anche la loro fantastica follia.
       A livello estetico, amo il loro corpo perfetto, sottile, da giunco. La statura sempre elevata, la lunghezza della gamba e il perfetto profilo della coscia. La loro aria altera, quello sguardo che ti fa capire quanto siano infinitamente lontane da te anche quando ti sembrano vicine. Quei bagliori di disprezzo che passano veloci nei loro occhi, nemmeno troppo celati, quando non hanno voglia di celarli. Quel loro non guardare i maschi, quel fingere di non vederli, perché tanto sanno benissimo che, con il profilo estetico che si ritrovano, saranno loro a vederle, a perdersi dietro ad esse.
       Le puledre irlandesi sono bellezza (kallìa) allo stato puro. Raramente - occorre riconoscerlo - sono anche dotate di agathìa, che non è mera bontà, ma un condensato di virtù etiche. Tuttavia, la loro perfezione estetica è tale da oscurare qualsiasi difetto di altro genere.
       Per me, le puledre irlandesi sono l'archetipo femminino incarnato e il loro fascino sta nel comportarsi - in maniera fintamente inconsapevole, ma in realtà consapevolissima - da sempiterne "cavalle pazze".
       Che cosa c'è di più eccitante di una "cavalla pazza"? Sono difficili, anzi difficilissime da cavalcare, e impossibili da domare. Quindi la sfida con loro è un gioco fantastico, straordinario, divertentissimo. Un piccolo topo maschio che sfida una meravigliosa gatta, sapendo che quasi certamente andrà a perdere, ma desideroso di inebriarsi dell'adrenalina che solo le grandi sfide sanno dare a chi ha il coraggio di affrontarle.
        Ho conosciuto poche puledre irlandesi, in vita mia, ma le ho apprezzate e amate tutte. Sono, a modo loro, delle dark ladies. Combinano, nel più straordinario dei modi, eros in potenza e thanatos in atto. Talvolta non sono neppure pienamente consapevoli del loro formidabile potere e questo le rende ancora più irresistibili e nel contempo mi induce a farglielo capire, a fungere da maieuta del loro incredibile potenziale.
        Non ne ho tratto grandi vantaggi o riconoscimenti; anzi, spesso ne ho ritratto calcioni e mazzate. Ma, anche se mi hanno fatto molto soffrire, le puledre irlandesi restano esemplari unici, soggetti per i quali vale la pena vivere la vita e anche perdere la testa. Certamente ti tolgono molto più di quanto ti diano, ma ti fanno toccare per qualche breve momento altezze inarrivabili, dove è veramente gradevole vivere, dove il piacere diventa esperienza di perfezione.
         Sono molto grato a tutte le puledre irlandesi che ho conosciuto, perché mi hanno fatto apprezzare sapori diversi, sapori che piacciono a me. Ho subito le loro bizzarrie, le loro perfidie, le loro crudeltà. E ne ho parecchio sofferto, anche di recente. Ma vivo sempre nella speranza che, anche se con la più parte di esse, prima o poi, ho cessato di intendermi, possa sempre comparire, all'orizzonte della mia vita, la puledra irlandese vera, quella capace non solo di prometterti un'esperienza dionisiaca, ma anche di fartela vivere.
         Qualcuno dei miei lettori dirà che vivo immerso in un sogno, e potrà anche aver ragione, ma per me la vita è solo sogno, passione, imprese impossibili. Qualche volta - lo ammetto - mi è capitato di scambiare per puledra irlandese una ronzina frisone, ma quella è stata puramente colpa mia. In molti altri casi, non mi sono sbagliato per niente: ho visto una persona stupenda e ho cercato di attrarre la di lei attenzione. In genere, non mi è andata bene, ma lo considero comunque un omaggio da me reso a persone stupende, di categoria superiore, ma con le quali relazionarsi e interagire è estremamente difficile.
          La mia ammirazione, la mia passione per loro non cessano, nonostante le terribili mazzate che mi hanno inferto. Ma nulla potrà mai cancellare l'affinità elettiva che in qualche modo ci lega, e che prima o poi tornerà a scattare. In fondo, ogni volta che conosco una donna nuova, bella e interessante, spero sempre che sia una puledra irlandese. Ho una partita aperta, con le puledre del Connemara. Non mi sono capito con tante rappresentanti di questo splendido Irish breed, ma continuo a considerarle esemplari paradigmatiche dell'eterno femminino e non sarò sempre incompreso come lo sono stato di recente. Sono uomo di sogni, di fede, di passione. Non intendo cambiare, né dopo vittorie, né tanto meno dopo sconfitte. E sono convinto che

And in the end
The love you take
Is equal to the love you make

          L'amore che ho profuso non tornerà certo per un automatismo, o dalle stesse persone, o come forma di compensazione. Tornerà perché io continuerò a cercare.

                                                                                     Piero Visani

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