Mi sono interrogato a lungo, in questi mesi, sul perché dell'ostracismo che mi ha colpito, valutando ipotesi diverse. Nella mia ingenuità, non riesco mai a valutare bene i comportamenti umani. Fortunatamente, ogni tanto, pur se tardivamente, ho anch'io le mie illuminazioni, e allora tutto mi diventa più chiaro.
Come fare a non capirlo? Non servo più. Nel momento in cui non servivo più, in cui non ero più inseribile all'interno di un progetto di lavoro e di posizionamento professionale, potevo essere tranquillamente buttato via, senza particolari rimpianti, anzi senza alcun rimpianto. Fino a quando una qualche forma di recupero era possibile, ero stato addirittura io ad essere oggetto di aperture: "dai, smettiamola di litigare, cessiamo le ostilità, troviamo un punto di convergenza...". Ma, quando è divenuto chiaro che niente di tutto questo sarebbe stato più possibile, perché mi ero arrabbiato di brutto, allora era chiaro che potevo essere buttato via senza pensarci due volte. Non servivo più e soprattutto non ero più recuperabile. A quel punto, che senso aveva interloquire ancora con me? Come persona, non avevo mai rappresentato alcunché. Come partner professionale potevo ancora servire a qualcosa, ma solo fino a che stavo buono, fino a che ero strumentale a un disegno preciso. Cessata tale strumentalità, ero pronto per la pattumiera, ovviamente.
Il mio problema è che, non facendo mai nulla, ma proprio nulla, per interesse, non riesco a capire gli umani, che di norma fanno tutto, ma proprio tutto, per interesse.
Va beh, meglio tardi che mai. Ok, non servo più. Spiacente. Occorrerà provvedere altrimenti all'edificazione di una carriera... Io ho già dato.
Piero Visani
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