Sta per uscire anche in italiano (il 9 luglio) questo bel film dell'inglese Yann Demange. L'ho visto in lingua originale (aborro il doppiaggio, meglio allora i sottotitoli, se non si comprende la lingua) e mi è piaciuto, anche se sicuramente per ragioni del tutto inverse rispetto a quelle della critica corrente. Lo recensirò ampiamente nei prossimi giorni.
Lo consiglio a tutti quelli che come me hanno un'autentica passione per i "Troubles" e che, per quanto loro possibile, hanno cercato di seguirli di persona mentre si dipanavano.
Ma lo consiglio altresì a chi nutre certezze sulla tranquillità della sua vita. Se continuiamo a costruire il Leviatano europeo nei termini in cui è stato edificato fino ad oggi, "'71" è il lucido preannuncio del nostro futuro, anche se il titolo si riferisce al passato.
Gli artisti ci sollecitano di continuo con favolosi moniti, ma a noi interessano solo le Borse e i mercati. "Quos perdere vult, Deus dementat", facendogli scambiare la "concretezza" per realtà e la realtà per "fumisteria". Avanti così, e presto si passerà dalle armi della critica alla critica delle armi.