giovedì 30 luglio 2015

I "Bollettini della Vittoria"


       Ogni sera, ai vari telegiornali, dopo le sparate del governo Renzi e i relativi "Bollettini della Vittoria", vengono presentati i risultati di ricerche economiche condotte da istituti più o meno prestigiosi, ricerche che smentiscono clamorosamente i contenuti delle fole di regime che ci vengono propinate quotidianamente e presentano il quadro di un Paese in stato pre-agonico, che ha solo bisogno di una spinta per precipitare nella "Cloaca massima" della Cronaca (in quella della Storia l'Italia repubblicana proprio non ce la vedo, se non come esempio negativo) e cominciare a fare l'unica cosa che potrebbe essergli davvero utile: dimenticarsi, farsi dimenticare e sparire. Per sempre.
       E mi assale il dubbio che la parte dei "Bollettini della Vittoria" renziani che non abbiamo letto per intero sia quella in cui "I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza".
       E' vero, siamo al fallimento più totale e definitivo, ma la nostra - al più - di questi tempi è stata una semplice "Armata Brancaleone", la solita e sempiterna armata di servili "norcini", pronti a offrire gioiosamente e devotamente le terga al potente di turno.
       Che dire? "Good Night and Good Luck!". La seconda, a mio parere, vi servirà moltissimo, molto più di quanto non potrà servire a noi. Noi, infatti, non abbiamo più nulla da perdere. Voi?

                      Piero Visani