giovedì 30 luglio 2015

Parenti serpenti


       Le figure parentali sono come le disgrazie: non vengono mai da sole. Te li ritrovi in casa, senza neanche essere stato avvertito che stavano per arrivare e ovviamente devi abbozzare.
       Hai con loro un dialogo infinitamente meno intenso di quello che hai con il tuo gatto, il quale, essendo ovviamente un gatto ribelle e indisciplinato (se no sarebbe tuo...?) non fa nemmeno finta di ascoltarti. Altrettanto fanno codesti parenti, che parlano, ma non ascoltano.
       Di norma, in circostanze del genere, sono loquace come il protagonista di un film muto, ma non ho nemmeno bisogno di sforzarmi, perché tanto parlano sempre e soltanto loro.
       Braccia sottratte all'agricoltura, hanno un retroterra che non posso descrivere qui, per non farli riconoscere. Diciamo che sono nati incendiari e che, dopo un buon contratto con un pubblico potere, sono diventati pompieri, anzi pompierissimi, anzi super-Vigili (del Fuoco).
       Dopo aver elencato tutti i loro successi, di cui ho piacere, parte la staffilata: "e tu? Sempre a fare l'acchiappanuvole?"
       Vado sull'ironico: "Sì, è un'attività che mi piace moltissimo".
       "Ma rende?" - prevedibile obiezione velenosa.
       "No, ma tiene molto magri, perché sai, saltare fino alle nuvole esige che ci si mantenga molto in forma". E, nel dirlo, guardo la sua bella panza d'ordinanza, frutto di tante "sane" mangiate di pubblico denaro...
       Non gradisce, ma che può dire? Non si ritorna da 100 a 70 chili in una sessione.
       Allora parte con i consigli: "io te l'avevo detto già quando avevi 14 anni che avresti dovuto tenere conto delle situazioni e dello 'spirito del tempo'".
       "Sì, ricordo bene, ma è che mi riesce consustanzialmente difficile: preferisco rovinarmi con le mie mani che essere rovinato da mani altrui. E poi, con il tempo, ho trovato il giusto viatico: considerato che oggi è tutto un'organizzazione criminale, non ho scelto quelle che mi consigliavi tu, ma altre. E devo dire che, a gioco lungo, funziona".
      Mi guarda con occhio acqueo, non sono sicuro che abbia ben compreso, ma fortunatamente è ora che si tolga dalle scatole, per cui: "a non rivederci".
       Il mio pensiero corre inevitabilmente al celebre aforisma di Freak Antoni: "La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo". E' vero: è una settimana che non riesco a finire la giornata senza che mi arrivi addosso un "buon consiglio"...

                       Piero Visani