Stando a molti commentatori, l'esito del referendum greco sarà comunque un disastro, sia che vinca il "sì" degli affetti dalla "Sindrome di Stoccolma", sia che vinca il "no" di una tardiva ribellione contro l'Eurolager.
C'è però un tragico dato unificante: in ogni caso sarà un bel disastro, un disastro assoluto dopo un settantennio di pace in Europa. E mi pare che manchi del tutto la riflessione sulla natura di tale disastro. In effetti, se frutto di guerre, i disastri vengono facilmente interpretati dagli esegeti di comodo: colpa delle ideologie totalitarie, dei nazionalismi, della "mancanza di razionalità".
Curioso come sono, mi piacerebbe sentire qualche interpretazione "fuori dal coro" di questo terribile disastro del Vecchio Continente in tempo di pace: chi ci ha portati a fondo, e perché? Sicuri che basterebbe un po' di virtù luteran-calvinista a riportarci a un'esistenza almeno decente, dove non si parli solo di soldi?
Il totale silenzio sulle vere cause della morte dell'Europa e sulle tragedie cui si appresta ad andare incontro è una conferma ulteriore - se ne ancora ne servissero - che si tratta non solo di una cronaca di una morte annunciata, ma anche di formidabili omissioni su una morte freddamente procurata, da servi sciocchi (ma ben remunerati) quali sono i politici europei.
Piero Visani