Io ricordo tutto. Le cose belle e le cose brutte. Le persone che ho amato, quelle neutre e quelle che ho odiato. La mia mente porta con sé un'incredibile quantità di nomi, persone, luoghi, situazioni. La mia memoria è un computer dalle capacità molto elevate di raccolta e stoccaggio dati.
Si tratta di una condizione che ad alcuni potrebbe apparire sgradevole, ma che a me piace, perché significa avere sempre tutto con sé. Mi porto dietro costantemente tutta la mia vita: passo in un luogo dove sono stato, bene o male che io sia stato, e mi ricordo particolari, dettagli, situazioni. Rileggo un libro, rivedo un film, rifaccio un viaggio, e tutto mi torna alla mente.
Amo molto questa mia peculiarità, questa mia capacità di dare un nome e un'identità a tutto. Ci sono persone che la detestano, ma a me serve a darmi fortemente il senso della mia esistenza, che ormai comincia ad essere lunga, molto lunga.
E' una sensazione che può acuire il senso di vuoto, se delle persone o delle situazioni mi mancano, e che può aiutarmi a rivivere nei dettagli tutti i momenti della mia vita.
Sarei molto contento se fossi così preciso anche nel valutare persone e situazioni. Se riuscissi a distinguere chi mi vuol bene da chi mi vuol male. Se riuscissi a comprendere chi fa sul serio e chi mi vuole prendere in giro, chi mi tratta come una persona e chi come un giocattolino, chi vuole solo sfruttarmi e chi in verità mi apprezza. Chi è animato da sentimento e passione, come me, e chi si muove meramente per interesse. Chi disprezza il mio cuore puro e chi lo apprezza.
Le recenti esperienze da me fatte, per deplorevoli che siano state, hanno avuto il pregio di rendermi diffidentissimo, di vedere nemici, insidie e turlupinatori ovunque. Ma è realmente un pregio, essere così? E' un vantaggio che io sia diventato così?
Mi auguro vivamente che la nuova esperienza che sto vivendo mi cambi, mi restituisca a me stesso, a come ero un tempo. Non mi va di vivere senza avere fiducia nelle persone con cui mi relaziono, che mi fanno confidenze, con cui faccio cose in comune. E tanto meno mi va di pensare che stiano mentendo, che stiano prendendosi gioco di me, che stiano comportandosi come il gatto con il topo.
Devo riuscire ad abbattere il più presto possibile questo muro di diffidenza di cui mi sono circondato, ma esito a farlo perché ho timore di subire nuove ferite, nuove disillusioni, nuove prese in giro. La mia fiducia nel genere umano, e nelle donne in particolare, è ulteriormente diminuita, e non vorrei rivivere un altro déjà vu.
La persona che sto attualmente frequentando se ne è già accorta e chiede giustamente le ragioni di un tale comportamento. Per ora, cerco di trovare delle scuse. Non ho intenzione di raccontare niente. E' troppo presto per darmi nuovamente in pasto a qualcuno. La situazione è molto migliorata, certo. Sono ritornato tranquillo, questo sì. Ma la fiducia negli altri, e nelle donne, quella ancora non c'è.
Piero Visani
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