Chi scrive è stato estremamente critico nei riguardi del ministro degli Esteri Terzi, nei giorni scorsi, in relazione alla tragicomica vicenda dei due marò. Devo però riconoscere che le sue dimissioni in data odierna, a seguito di un evidente disaccordo con la linea scelta dal resto del governo, sono un gesto di dignità, che merita apprezzamento.
Se effettivamente la scelta di restituire all'India i due malcapitati marò, utilizzandoli cinicamente come vittime sacrificali, è stata presa dall'esecutivo in contrasto aperto con le opinioni del titolare della Farnesina, allora ha fatto benissimo Terzi a dimettersi, lasciando il gabinetto Monti a dimostrare, una volta di più, che potrà essere ricordato, al massimo, come il governo dei dilettanti allo sbaraglio, più che come quello dei tecnici, e potrà persuadere gli studenti della Bocconi che, se professori e presidi sono di quel livello, possono tranquillamente marinare le lezioni, o cambiare ateneo.
Corretto anche il commento del presidente della Repubblica sulla natura del gesto di Terzi, definito "irrituale". E' vero, assolutamente irrituale. Ne abbiamo grande e intima gioia. Sappiamo infatti - lo constatiamo ogni giorno nelle nostre misere esistenze alle prese con le insidie rivolte loro dai grandi potentati dell'usura - dove ci hanno portato i gesti "rituali".
E chiudiamo con una domandina rivolta all'inquilino (uscente) del Colle, domandina che potremmo definire "a futura memoria": i prelievi forzosi sono gesti rituali o irrituali?
Piero Visani
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