Ci sto provando, ma non è facile. Vivo una situazione rovesciata. Ho conosciuto un fantastico incontro di anime - o almeno a me è parso tale - poi finito miseramente per incapacità di diventare qualcosa, di più, di meglio, di diverso, di non statico, di non scontato, di non regolamentato, di non frutto di ruoli, timori, repressioni.
Ho conosciuto da poco l'inverso, dunque un fantastico incontro di corpi. Mi ha dato gioia, mi ha fatto sentire meglio. Ma ora le anime dove sono? Perché non si incontrano, come invece si sono incontrati i corpi? Perché è tutto così incompiuto? Perché nulla riesce ad essere come dovrebbe? Perché tutto appare come una tragica illusione?
Sono io che sono troppo selettivo? E' possibile. Ma non mi lascio vivere. Vorrei essere protagonista almeno della mia vita. Una donna può essere fisicamente un gioiello e umanamente una delusione? Sì, sì che lo può. Oppure sono io che sono incontentabile? No, non lo credo, ma amo il divenire, e anche il celere divenire. Non ho nulla di che rimproverare a questa deliziosa persona, ma non mi stimola. E' una "puledra irlandese", innegabilmente. Ma è una "cavalla sana", non una "cavalla pazza".
Per parafrasare Goethe, se lui "chiamava classico il sano e romantico il malato", io amo solo il malato, il malatissimo, lo sfinito, lo sfibrato, il patologico, il corrotto, l'interiormente devastato. E' una donna solare, mentre io sono più "nero" di The dark side of the moon.
Mi rimetterò alla ricerca, ma non intendo ferire questa splendida donna. Non sarebbe giusto. Amo - quando riesco e quando non vengo buttato via - portarmi dietro tutto il mio bagaglio di vita e di esperienze, perché ritengo che, con il dialogo e l'interazione reciproca, sia sempre possibile trovare un modus vivendi tra persone che si sono volute e/o si vogliono bene. Per quale ragione perdersi, se non c'è un motivo? Per quale ragione morire uno all'altro, se si può ancora vivere? Perché lasciarsi, se ci si vuole comunque bene?
Per il momento non farò nulla, perché non intendo urtare una persona molto dolce e dialettica. "Devo pensarci su, pensarci su" (Paolo Conte, Gli impermeabili).
Piero Visani
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