sabato 9 marzo 2013

Solo un'idea

      Ci sono quelle sere in cui uno è immerso nell'autoironia. Sarà la felicità che sta provando, sarà il buon cibo di un ottimo ristorante, sarà il vino che il cibo ha accompagnato, ma tutto si stempera, tutto assume altri colori, altre notazioni. E così, mentre mi si para davanti una notte di lavoro, per terminare un'imminente consegna, mi viene in mente una canzone di Alice, Solo un'idea.



       Mi sembra adatta a situazioni che ho vissuto nel recente passato, come indica chiaramente il testo:

Cosa c'è che non va hai il viso un po' tirato
 che ne sai se per me è stata solo un'idea
siamo amici ormai da sempre ma ho voglia di tenerti qui.
 Come stai, dimmi un po' ti senti senza nome
 che ne sai se per me è stata solo un'idea
 siamo amici come sempre e ho voglia di tenerti qui stretto fra le mie braccia solo un po'... sì, lo so.
 "Amarmi è troppo difficile hai paura di deludermi
 invece è molto più semplice l'emozione di un momento
 amarmi è difficile hai paura di pentirtene
 capirai... capirai... capirò."
Siamo amici ormai da sempre è meglio non cambiare mai!
 Poco fa, guardami, c'era una luna stupenda
 che ne sai se per me è stata solo un'idea
 con attesa mi allontano dal calore che mi dai
 presto morirò di freddo perché so, si lo so!
 "Amarmi è troppo difficile hai paura di deludermi
 invece è molto più semplice l'emozione di un momento
 amarmi è difficile hai paura di pentirtene invece è molto semplice un'amica che è nel tempo."
"Amarmi è troppo difficile hai paura di deludermi
è stata solo un'idea..."

       Cantata al femminile ha un significato. Cantata al maschile, ne assume un altro.
       Sorrido amaro. Non è più tempo di bilanci, né di rimpianti. Al massimo di ricordi. Gli orgogli fanno disastri. I silenzi ne fanno ancora di più. Ma più ancora ne fanno le scelte: c'è chi ama quelle molto difficili, chi quelle facili, come le fughe. Io ovviamente amo le scelte "troppo difficili". Non ho mai avuto paura di deludere. E nutrirò sempre "solo un'idea"... Vivo di idee, io. E cerco di realizzarle. A volte mi riesce, a volte no. Ma sono semplice, nella mia infinita complessità, ed estremamente coerente. Inoltre, per cultura, non fuggo. Quello mi è assolutamente precluso.
       Ma capisco tutto e condivido, in fondo: piuttosto che essere vivi a metà, meglio essere reciprocamente morti. Tutto si stempera e al massimo affiorano ricordi. I "reciprocamente morti", proprio in quanto tali, non hanno ferite.

                                     Piero Visani 

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