Si attribuisce al Duca di Wellington, il vincitore di Napoleone a Waterloo, la frase per cui "Peggio di una battaglia vinta, c'è solo una battaglia persa".
Oggi è stata una giornata di durissimi combattimenti, per me, e scrivendo ora, nel silenzio notturno del mio studio, mi sento terribilmente svuotato, dopo ore di tensione adrenalinica di scontri, di avanzate e ritirate.
La battaglia è stata vinta, fortunatamente, ma davvero avrei sperato di festeggiare la vittoria in altra maniera, con più entusiasmo. Il fatto è che ci sono guerre che si combattono con gioia e partecipazione personale; altre che si combattono per dovere; altre ancora che si combattono per obblighi testimoniali; altre infine che si combattono per dare il senso di sé.
La mia battaglia odierna è stata combattuta per intero solo ed esclusivamente per dare il senso di me, e dunque mi ci sono impegnato a fondo. Avevo necessità di dimostrare che posso fare delle cose, che so vincere ostilità, e che sono assolutamente capace di piantare la bandiera in territorio nemico. L'ho piantata, ed è stato anche relativamente facile, perché, tra le tante cose che non mi vengono riconosciute, certamente la credibilità non è una di queste. Tutti sanno che sono credibile, e me lo riconoscono pienamente. Tutti sanno che sono serio e nessuno mette in discussione la mia professionalità. Credo però che, sul versante di quello che sono andato a fare oggi, qualcuno avesse messo qualche parola (non necessariamente una buona parola, oserei dire...) sul mio conto e credo che ciò avrebbe potuto danneggiarmi. Ho superato l'ostacolo alla grande.
Non mi sento vincitore. Mi sento piuttosto un "soldato di mestiere" che ha compiuto il proprio dovere e, nel farlo, ha colto una delle rivincite che cercava. Me ne mancano ancora altre. Sento semplicemente di avere fatto quello che dovevo fare. Resto un grande coprofago, come ho scritto giorni fa, ma non è che riempiendomi la bocca di guano io sia indotto a tacere. Sono sempre all'offensiva io. Non cerco rivincite, cerco rispetto. Quel rispetto di cui sono stato oscenamente deprivato. Chi me lo ha tolto deve sapere che tutti me lo riconoscono, anche coloro che dovrebbero essere molto lontani da me e che io ho convinto, senza particolari difficoltà, che rispetto e credibilità me li merito, eccome.
Piero Visani
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