E' molto bello poter fare omaggio agli altri, amici o meno che siano, di quello che cercano, perché consente di soddisfare i loro desiderata. I "comportamenti inversi", infatti, sono parecchio diffusi in questo mondo stupido: si fa una cosa, ma se ne intende un'altra; oppure si fa una cosa allo scopo di ottenerne un'altra. C'è chi ama farsi inseguire, chi desiderare, chi rincorrere, e dunque adotta comportamenti tesi a innescare reazioni uguali e contrarie a quelle che parrebbe ricercare, in modo da ottenere per via inversa ciò che non ha il coraggio di chiedere direttamente.
Succede spesso, è un comportamento vecchio come il mondo e contiene una forte dose di ricatto. Come tutti i ricatti, tuttavia, richiede la contemporanea presenza, insieme al ricattatore, del ricattato.
Quando ciò non succede, o quando il ricattato nicchia o si sottrae, allora i "comportamenti inversi" producono pure "risultati inversi" rispetto a quelli attesi. Posso trattare male una persona, ad esempio, come tattica per farmi rincorrere, sempre e costantemente. Ma se, ad un certo punto, questa persona smette di rincorrermi, ecco l' "effetto inverso": volevo che mi rincorresse, e ora invece non mi rincorre più. Bel danno! Tattica radicalmente errata. A quel punto, o lascio perdere, o devo tornare sui miei passi...
Personalmente, cerco sempre il dialogo, fin che lo ritengo possibile e, se l'interlocutore mi interessa, posso ricercarlo con grande pervicacia. Se però l'interlocutore non mi interessa più, fare sì che si determini l' "effetto inverso" è quanto di meglio posso regalargli. Devo uscire di scena? Esco. Cala la tela. E' stato un piacere, forse. Ci rivedremo in una prossima vita, forse.
Piero Visani
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