venerdì 29 luglio 2016

Défense de l'Occident

       Sento dire, dagli apologeti dell'esistente, che il "terrorismo islamico" minaccia i "nostri valori", i valori dell'Occidente. Ne abbozzo qui una rapida sintesi:

  • Nella peggiore delle ipotesi, l'"Occidente" [ricorro a una terminologia che non è mia, per comodità] esporta "democrazia" a suon di bombe e di danni collaterali. Nella migliore, esporta smart e brilliant power a mezzo di attenta costruzione metapolitica e di costume, di impostazione rigidamente totalitaria, anche se ovviamente nega che sia così.
  • E' follemente riduzionista, cioè è per la globalizzazione di tutto, contro qualsiasi tipo di specificità.
  • E' dominato da potentati finanziari e da famiglie politiche che si trasmettono su base ereditaria, "per grazia ricevuta".
  • E' dominato da un "pensiero unico" di tipo manifestamente totalitario, che accetta tutto ciò che esso decide sia accettabile. Chi si pone al di fuori di quel sacro recinto, può scegliere tra il silenzio, la galera o, nella migliore delle ipotesi, il "comodo" inserimento a forza in una lunatic fringe guardata come una banda di disturbati e ovviamente sottoposta a continue commiserazioni e dileggi.
  • Nel caso italiano, non si preoccupa nemmeno più molto di indire elezioni, governa per mezzo di esecutivi "tecnici", nuova e politicamente corretta denominazione dei "colpi di Stato" (non li fanno solo in Turchia, li sono più primitivi, pare...).
  • Si dice libertario e certamente lo è, nel senso che ti consente di adeguarti a quello che lui ti dice di fare, più o meno come in tutti i regimi totalitari e autoritari che la Storia umana abbia conosciuto.
  • Infine, poiché è scaltro e raffinato, concede qua e là alcune aree di sfogo e di dissenso regolamentato, che gli consentono di vantare al mondo la propria natura "superiore".
      In una parola, è palesemente "il migliore dei sistemi possibili", tant'è vero che, se lo conosci, ti assale un desiderio irrefrenabile di scoprire quali siano i peggiori...

                                                Piero Visani