lunedì 25 luglio 2016

Retroscena

       Nel corso della sua odierna telefonata di auguri, mia madre mi svela un retroscena che non ricordavo: nella afosa notte aostana del 25-26 luglio 1950, venni lasciato nella nursery della maternità dell'ospedale regionale nel bel mezzo delle correnti d'aria apertesi tra i vari finestroni spalancati per il caldo e, quando si scatenò sul tardi un forte temporale, le correnti stesse mi procurarono una grave forma di polmonite, dalla quale mi salvai per un pelo.
       Avevo sempre creduto che nel reparto ci fossero infermiere ed ostetriche, ma oggi mia madre mi ha ricordato che la direzione gestionale del medesimo era affidata a suore, che quella sera non pare fossero granché presenti in loco. Mio padre - da romagnolo purosangue, ma non "mangiapreti" - quando lo venne a sapere prese robustamente cappello e fece una scenata contro la loro trascuratezza. Quanto a me, mi è sorto il dubbio che la virulenta ostilità "di pelle" che ho sempre provato, fin da molto piccolo, per quella religione e i suoi rappresentanti - molto prima di acculturarmi e di esserle ostile per ragioni ideologiche - non sia magari frutto dell'aver subito, da esponenti della medesima, un tentativo di assassinio. La prospettiva mi intriga, così come il pensare che, fin dalla più remota infanzia, fossi fedele al principio del Nemo me impune lacessit. La vicenda assume connotati interessanti. Vuoi vedere che il cristianesimo e io abbiamo un vecchio conto da regolare...?

                                 Piero Visani