giovedì 7 luglio 2016

Eravamo quattro amici al bar

       Milano, Bastioni di Porta Venezia. Locale trendy. La Brexit ha fatto scuola. Quasi certamente l'Italia non uscirà dalla UE come Stato e allora, visto che è meglio non attendere che le frontiere restino aperte a chi viene da fuori, ma vengano chiuse per chi vorrebbe uscire quanto prima dall'Eurolager, noi ci attrezziamo. Un amico con lunga esperienza sul tema, e che ormai si è messo in salvo, ci tiene una dotta lezione su come si fa.
       Non serve prendere appunti, occorre solo affinare modalità e sistemi, e utilizzare le stesse armi che hanno reso forti i tuoi nemici. Nel mondo della globalizzazione, ci "globalizziamo" anche noi. Nel mondo delle migrazioni, migriamo. Nel mondo dell'individualismo esasperato, ci individualizziamo. Visto che siamo preda di gente che vuole solo decidere sulle vite degli altri, siamo fermamente decisi a riprenderci le nostre. Non c'è nulla di realmente conflittuale, ma lo viviamo così, come un estremo atto di ribellione. Sono il più vecchio di questa comunità di fuggiaschi, ma non importa: alcuni sono già emigrati, altri lo faranno, ma quello che ci accomuna - anzi ci affratella - è l'odio convinto verso l'immondo lager economico, finanziario e fiscale europeo. Quando i livelli di odio sono così elevati, tutto diventa - à la Hemingway - una "festa mobile" - e come tale la percepiamo. Siamo seri ma determinati e decisi: si torna a vivere! Dopo tutto, sono solo piccoli e piccolissimi bocconi che cerchiamo di sottrarre alla fame infinita del Leviatano statalista. Non mi sono mai sentito così felice come all'inizio di questo bellum omnium contra omnes. Sono le uniche guerre del futuro, le sole che avranno luogo, e le si combatterà non facendo prigionieri. Ma la cosa a noi è chiarissima e certo non ci spaventa.

                                    Piero Visani