mercoledì 13 luglio 2016

La filosofia dell'otre

      La vita di Carlo fu sostanzialmente una vita normale fino al 14 agosto 2007, fino a quando gli venne recapitata una raccomandata che segnò l'inizio del suo calvario, calvario che non è più finito.
       Quando la ricevette, era una persona normale, con tanti alti e bassi nella vita, una carriera professionale non particolarmente soddisfacente, ma tante piccole soddisfazioni colte qua e là, esercitando attività diverse, tutte di libera professione. Nulla di eclatante, ma una vita dignitosa.
         Quel giorno, la sua vita cambiò e Carlo scoprì che quello Stato che fino a quel giorno si era del tutto disinteressato a lui, anche quando aveva denunciato qualche tentativo di furto con scasso ai suoi danni, aveva esigenze virulente per ciò che riguardava le sue attività e gli chiedeva decine di migliaia di euro di imposizione "fiscale".
       Carlo non era solito fare un dramma di nulla, avrebbe amato vivere in libertà, ma, constatato che non gli era più possibile, scese a sua volta in campo. Cominciò una controversia destinata a durare anni, nel corso della quale Carlo passò brillantemente al contrattacco e prese tutte le precauzioni che potessero rendere la sua vita meno esposta all'offensiva del Leviatano.
       Il suo carattere cambiò profondamente: era arrivato fino a 57 anni ragionando in un modo, ma, durante quell'esperienza, la sua natura mutò. Si era sempre preoccupato di tutto, era stato ansioso, aveva lavorato tantissimo, nel corso della sua vita. Dopo, non gli importò più nulla di nulla. Gli amici lo stimolavano: "Fai questo, fai quello! Scrivi, pubblica!", ma a lui non interessava più niente. Per quale ragione avrebbe dovuto fare qualcosa di serio in uno Stato di repressione fiscale. Avrebbe fatto il minimo indispensabile: meno avesse fatto, meno avrebbero potuto depredargli.
        Dopo un po', Carlo stentò addirittura a riconoscersi, tanto era cambiato. Qualcuno, guardando da lontano, avrebbe potuto dire che era apatico, ma non era affatto così. Il suo era totale distacco. La sua vita non valeva più nulla, non poteva assolutamente togliersi alcun tipo di soddisfazioni, il suo lavoro aveva dovuto essere lasciato andare in malora onde evitare di diventare un soggetto pagatore ancora più grande di quanto già non fosse.
       Dovette ridisegnarsi totalmente, diventare un altro da sé e al contempo rimanere se stesso. Tentò anche qualche puntata controffensiva, che in parte gli andò bene.
       Passò qualche anno in relativa pace, con il lavoro in frantumi, la vita da aggiustare con la colla, le gioie rarissime e i dolori costanti, ma non si mosse di un millimetro. Chi lo vedeva lo prendeva per vivo, ma lui era morto da tanto tempo, e lo sapeva bene. Restava una persona brillante, ma era meglio non conoscerlo troppo a fondo, perché poi iniziava la fuga: degli altri, non sua...
      I suoi giorni passavano stancamente, i suoi anni pure, tutti disperatamente uguali a loro stessi, come le raccomandate che gli arrivavano, chiedendogli sempre il pagamento di qualcosa. Non ne fece un dramma, lo intese come un'esperienza: non capita a tutti di essere un morto vivente e sentirsi trattare come un vivo. Alcuni dicono anche che sia "il migliore dei sistemi possibili", la democrazia "liberale"...
      Per sopravvivere, cominciò a sviluppare quella che decise di chiamare "la filosofia dell'otre", cioè a riempirsi di odio per tutto ciò di cui era oggetto, a gonfiarsi a dismisura, a tenersi pronto per esplodere, ma lucidamente, a proprio comando, non certo per saturazione da eventi esterni.
       Oggi Carlo è così, non fa vacanze, non ha denari, si trascina da un lavoro ad un altro, senza nemmeno chiedersi se valga o meno la pena di farlo. Lo fa, che sia nobile o ignobile. E' disperato, ma non è triste. E' morto, ma è anche molto vivo. Aspetta sereno il giorno della resa dei conti, che verrà, magari tra secoli, ma verrà. Quel giorno, Carlo non ci sarà, ma ci sarà qualcuno che agirà in nome e per conto suo. Tutto il dolore e tutti i soprusi che ha dovuto incamerare saranno puntualmente restituiti, con interessi da strozzinaggio puro. Il suo mito resta e resterà Pitt Mackeson, il più splendido degli angeli vendicatori.

                                            Piero Visani



P.S.: è buffo venire al mondo - come è accaduto a Carlo - nel "migliore dei sistemi possibili" e scoprire qualche carica di ingiustizia, dolore, soprusi, iniquità è in grado di portare con sé. Serve ad amarlo ancora di più... Ed è bellissimo, per Carlo, scoprire quanto - sempre nel "migliore dei mondi possibili" - siano tutelate la qualità della vita, la dignità, il diritto. Ma Carlo ha una splendida dote: una memoria da elefante.