giovedì 7 luglio 2016

L'inevitabile fine


       Anche le utopie democratiche avranno - come tutte le altre utopie - una fine. E questa fine - mi spiace molto per i "democrats" in SPE - non sarà affatto "il migliore dei mondi possibili", ma il peggiore dei massacri ipotizzabili.
       Cantava infatti Giorgio Gaber, con il suo favoloso senso del grottesco:

"Un’idea un concetto un’idea
finché resta un’idea 
è soltanto un’astrazione
se potessi mangiare un’idea
avrei fatto la mia rivoluzione".

       I ceti elitario-oligarchici tale rivoluzione "ideale" l'hanno fatta, poi si sono ritirati nei loro quartieri chiusi e presidiati. A vivere l'astrazione, sono rimasti i poveracci e gli underdog, e sta cominciando (non ancora finendo, la fine è lontana) a colpi di machete.
       La migliore interpretazione possibile della canzone, e dei suoi significati: è così bello fare i moralisti con l'anima degli altri; per la propria, c'è sempre tempo: "dove andiamo a cena staseva, cavo? Hai avvertato la scovta...?"

                            Piero Visani