lunedì 25 luglio 2016

When I'm sixty-six

       Ho vissuto molti compleanni, ormai. Ne ricordo pochissimi di realmente allegri. Molti di burocratici, moltissimi immersi in un clima di tristezza. Mi sarei aspettato di più dalla vita, ma non è davvero il caso di recriminare. Fin dall'adolescenza, mi sono reso conto che c'entravo pochissimo con questo mondo, le sue abitudini, i suoi criteri di valutazione, e via discorrendo. Quindi me ne sono tenuto complessivamente fuori e ovviamente ho pagato la mia estraneità.
       Mi dispiace per la mia famiglia, cui ho fatto pagare un prezzo davvero elevato, ma, per quanto mi riguarda, je ne regrette rien. Sono sempre stato ciò che volevo essere, senza compromessi di sorta, e questo indubbiamente si paga, ma alla fine sono soddisfatto. Ho sempre fatto ciò che ho voluto e ovviamente ne ho subito gli oneri. Tuttavia, non ho mai perso la volontà di combattere e anche oggi sono assolutamente soddisfatto di me.
       In particolare, la mia natura di soggetto a valore economico zero mi ha tenuto al riparo dai profittatori e dai rapporti interessati, e oggi posso vantare un solido numero di amicizie vere, di persone che mi stimano e che non mi valutano in base al mio reddito o alle mie relazioni sociali (quest'ultime, peraltro, assai ricche), ma solo per quel che sono. Mi sono mancate gioie profonde, specie a livello professionale, questo sì, ma ho cercato di ovviare come ho potuto, badando "sopra ogni cosa, a salvaguardare l'onore". Molti sorrideranno di compatimento, ma io giuro che ci tenevo e ci tengo. E i miei programmi esistenziali restano semplici come sempre e più che mai: combattere la prossima battaglia. Un privilegio raro.

                                Piero Visani



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