Nell'universo editoriale italiano, fatto di soggetti che per vendere una copia in più ucciderebbero a sangue freddo la madre e che, per pubblicare, non esitano a scrivere tutto e il contrario di tutto, purché piaccia al padrone di turno, la figura di Enrica Perucchietti si staglia per anticonformismo e prolificità. Non so quanti libri questa giovane studiosa riesca a pubblicare in un anno, ma so che sono sempre numerosissimi e - ed è la cosa che vale di più - mai banali.
Questo è il caso di un agile saggio, uscito nel mese di giugno per i tipi di Arianna Editrice, dal titolo False Flag - sotto falsa bandiera. Strategia della tensione e terrorismo di Stato. In circa 250 pagine, l'Autrice delinea un sintetico ma non superficiale quadro delle False Flag Operations, vale a dire di quelle operazioni che vengono concepite da un soggetto A affinché, una volta portate a compimento, la colpa delle medesime venga fatta ricadere su un soggetto B e non su colui che le ha concretamente realizzate e portate a termine. Si tratta di operazioni la cui genesi affonda le sue radici nel più lontano passato, ma ovviamente la Perucchietti parte dalla fine dell'Ottocento, in particolare dalle modalità con cui gli Stati Uniti diedero il via al conflitto inteso a smantellare gli ultimi resti dell'impero coloniale spagnolo (1898), per arrivare fino ad oggi.
Lo studio è estremamente documentato, ricco di riferimenti bibliografici e sitografici che tendono sempre a supportare concretamente le affermazioni fatte dall'Autrice, la quale, dando spazio alla narrazione di eventi diversi (dall'affondamento del "Lusitania" all'incendio del Reichstag, da Pearl Harbour all'11 settembre 2001), traccia un'accurata e molto attendibile descrizione delle "operazioni sotto falsa bandiera".
Uno dei meriti maggiori dell'opera è il suo impegno a mantenersi il più possibile lontano dai pregiudizi, dalle tesi preconfezionate, per lasciare parlare gli eventi e tutta la documentazione che sugli eventi stessi è stata raccolta e che, sulla maggior parte di essi, getta ombre che è eufemistico definire altamente inquietanti, dalla controversa questione dell'attentato alle Torri Gemelle di New York alle modalità con cui da tempo i servizi di intelligence di vari Paesi commissionano e fanno eseguire a manovalanza di soggetti terzi atti che vengono poi definiti come terroristici, consentendo una facile gestione delle opinioni pubbliche di Paesi che - a ben guardare - avrebbero molto di più da preoccuparsi dei loro governi che dei cosiddetti (molto cosiddetti...) terroristi.
In particolare, la Perucchietti dedica una grande attenzione alla formulazione di quella che è la domanda fondamentale su eventi del genere, che è la seguente: cui prodest, cioè "a chi giova"? E, con grande talento anche di scrittura, ci mostra come, all'interno di queste peculiari operazioni, i vantaggi conseguiti dalle dirigenze politico-burocratico-finanziarie sono di gran lunga superiori, in termini di consolidamento del loro potere, dei danni che dovrebbero o potrebbero avere subito.
In definitiva, siamo di fronte a un libro la cui lettura suggerisco a chiunque voglia tenere conto di un fatto fondamentale: la guerra mediatica è da tempo la maggiore realtà bellica del mondo contemporaneo e, al suo interno, la virtualità reale ha preso di gran lunga la prevalenza sulla realtà virtuale. Esserne consapevoli, tenerne conto, imparare a leggere la realtà sulla base di queste nuove categorie interpretative, è fondamentale per chiunque desideri non adagiarsi in un'interpretazione dell'esistente da talk show di prima serata, quelli dove c'è sempre una tesi falsa da sostenere e un capro espiatorio da sacrificare alla (scarsa) intelligenza del pubblico.
Come vecchio studioso di queste problematiche, mi permetto di consigliare a tutti la lettura di questo libro, che non fornisce tesi preconfezionate, ma sollecita l'intelligenza e le capacità speculative del lettore per indurlo a riflettere più in profondità su eventi che gli sono stati presentati in un modo, e magari - in realtà - sono diversissimi da come gli sono stati presentati. La storia e la politica sono eventi da sottoporre a revisione continua, per approfondirne la conoscenza, e l'Autrice lo fa con professionalità e maestria. Forse scrive con tanta prolificità perché immagina che, presto, su certi argomenti si potranno sostenere solo tesi consentite: le altre saranno MESSE AL BANDO. E' la democrazia totalitaria, signori miei, dovremo farcene una ragione: saremo "liberi" di dire tutti la stessa cosa...
Piero Visani
In particolare, la Perucchietti dedica una grande attenzione alla formulazione di quella che è la domanda fondamentale su eventi del genere, che è la seguente: cui prodest, cioè "a chi giova"? E, con grande talento anche di scrittura, ci mostra come, all'interno di queste peculiari operazioni, i vantaggi conseguiti dalle dirigenze politico-burocratico-finanziarie sono di gran lunga superiori, in termini di consolidamento del loro potere, dei danni che dovrebbero o potrebbero avere subito.
In definitiva, siamo di fronte a un libro la cui lettura suggerisco a chiunque voglia tenere conto di un fatto fondamentale: la guerra mediatica è da tempo la maggiore realtà bellica del mondo contemporaneo e, al suo interno, la virtualità reale ha preso di gran lunga la prevalenza sulla realtà virtuale. Esserne consapevoli, tenerne conto, imparare a leggere la realtà sulla base di queste nuove categorie interpretative, è fondamentale per chiunque desideri non adagiarsi in un'interpretazione dell'esistente da talk show di prima serata, quelli dove c'è sempre una tesi falsa da sostenere e un capro espiatorio da sacrificare alla (scarsa) intelligenza del pubblico.
Come vecchio studioso di queste problematiche, mi permetto di consigliare a tutti la lettura di questo libro, che non fornisce tesi preconfezionate, ma sollecita l'intelligenza e le capacità speculative del lettore per indurlo a riflettere più in profondità su eventi che gli sono stati presentati in un modo, e magari - in realtà - sono diversissimi da come gli sono stati presentati. La storia e la politica sono eventi da sottoporre a revisione continua, per approfondirne la conoscenza, e l'Autrice lo fa con professionalità e maestria. Forse scrive con tanta prolificità perché immagina che, presto, su certi argomenti si potranno sostenere solo tesi consentite: le altre saranno MESSE AL BANDO. E' la democrazia totalitaria, signori miei, dovremo farcene una ragione: saremo "liberi" di dire tutti la stessa cosa...
Piero Visani