Da quando nel Regno Unito ha vinto la Brexit, il sottoscritto - e tanti come lui - sono diventati, oltre che "populisti", anche "ignoranti" e "irrazionali". Considerato il livello di intelligenza del mondo politico ed economico occidentale, essere giudicato da costoro "ignorante" è un attestato di merito che metterei nel mio già scarso curriculum, sicuramente pochissima cosa a fronte, ad esempio, di quello del fratello del ministro dell'Interno Angelino Alfano. Tuttavia, è l'accusa di "irrazionalità" quella che mi diverte di più.
Ad esempio, la ben nota razionalità economica degli economisti e dei finanzieri - quella basata sullo spaccio di titoli tossici o sulla concessione di mutui senza copertura - ha prodotto la crisi globale nella quale siamo tuttora immersi e alla quale si è in genere risposto inasprendo oltre ogni tollerabile limite la pressione fiscale. Molto "razionalmente" ho visto le mie attività di lavoro ridursi di parecchio, i clienti sparire perché non avevano più denaro da spendere o da investire, le rare committenze pubbliche che avevo sparire pure esse perché non ero politicamente gradito.
Molto "irrazionalmente", per contro, non ho accettato tutto questo: ho sviluppato ostilità, poi odio purissimo e solidamente fondato, poi ho attivato contromisure per difendermi dai "razionali", i quali - molto "razionalmente", dal loro punto di vista, questo lo devo ammettere - stavano solo per spogliarmi di tutto per tenere ben pasciuti i loro stipendi e patrimoni. Io avrei dovuto farmene una ragione, di tale "favolosa razionalità". Non me la sono fatta e sono diventato un bieco "irrazionale", uno che non tace e ubbidisce pazientemente fino a quando la situazione non migliorerà, ma protesta, si agita, cerca soluzioni. In pratica, non adotta comportamenti "razionali", che poi consistono semplicemente nell'obbedire passivamente ai propri "volonterosi carnefici razionali".
Ora io mi permetto di dire: ma certi Soloni, nel fare le loro analisi da hard discount dell'intelligenza, potrebbero almeno risparmiarsi di prendere per le terga i lettori, oppure quest'ultima componente è proprio necessaria e inevitabile? Perché - se devo dire - se la loro "razionalità" mi ha portato al soffocamento e al collasso economico - e come me tanti altri - è ovvio che io cerco rifugio nell'"irrazionalità". Del resto, se "razionalmente" sono già morto, posso sperare "razionalmente" in una resurrezione...? Nemmeno un credente lo farebbe: si limiterebbe a sperarla, come un atto di fede. Ma la democrazia totalitaria per caso è diventata una fede...?. Ne consegue che non c'è nulla di più IRRAZIONALE di coloro che si pretendono "razionali". Hanno ucciso un continente, quello europeo, e vari popoli del medesimo, ma dicono sempre che ci salveranno. Siamo sempre al mitico imperativo dei tempi della guerra del Vietnam: "we have to destroy you, in order to save you" ("dobbiamo distruggervi per salvarvi" [dal comunismo]), questo dicevano i "geniali" militari americani ai poveri contadini vietnamiti; così ogni giorno le fila dei vietcong si ingrossavano. Non so se questo accadrà anche in Europa, ma speriamo che succeda. Dopo tutto, non è altro che l'ennesimo: "e dimmi che non vuoi morire". In un mondo di cialtroni, dalla politica in giù, le migliori ricette vengono dalle canzonette, così anche i nostri "dotti, medici e sapienti", alla fine, magari riusciranno a capire qualcosa (anche se li vedo poco o punto brillanti nell'esegesi dei testi...).
Piero Visani