Per tutti gli interessati al tema, segnalo il fantastico articolo del generale Fabio Mini sull'ultimo numero di "Limes", il 6/2016. Il titolo è già tutto un programma: "Lo sguardo del padrone: come gli anglo-americani vedono i soldati italiani", ma ancora di più lo sono alcuni esemplari spunti sull'autorappresentazione degli italiani. Ne cito uno, quello che ho visto - infinite volte, ahimé! - confermato: "Non hanno bisogno di denigrarci gratuitamente perché ci pensiamo da soli sia interpretando costantemente gli stereotipi gesticolando, chiedendo favori, portando occhiali scuri anche di notte, canotte, bracciali e mutande rigorosamente firmate, sia autodefinendoci mammoni, maleducati, imbroglioni, fannulloni e mafiosi. E loro non possono che confermare".
In lunghi anni passati all'estero, in vari Paesi, devo purtroppo ammettere che il complimento "migliore" che mi veniva fatto è sempre stato: "Lei non sembra italiano". Un tempo la cosa mi faceva adirare, poi ho capito che era un complimento sincero e sono diventato mentalmente apolide...
Piero Visani