martedì 5 luglio 2016

I maestri di morale


      Rientrati - "giustamente" defunti, come leggo sulla maggior parte dei commenti comparsi su FB - gli "evasori fiscali" trucidati (anche in questo caso devo dedurne, per conseguenza logica, giustamente...) a Dacca. Gli italiani possono così ritornare a bearsi dei loro "maestri di morale", cui sono tanto affezionati, anzi, che amano proprio di un sincero amore, ahiloro raramente ricambiato. E poiché "tutto ciò che è fatto per amore" - diceva il filosofo - "è al di là del bene e del male", avremo un nuovo caso di "Sindrome di Stoccolma", quello degli schiavi che solidarizzano con i padroni. Ma è amore - ci spiega sempre il filosofo - e l'amore è cieco: non vede i cadaveri (né da morti né tanto meno da suicidi...) e non vede "tout court" perché - da bravo struzzo - tiene costantemente la testa sotto la sabbia (e le terga improvvidamente fuori...). Le due uniche attività che davvero gli si addicano e che riesca ancora a praticare. Sono "giustamente" defunte piccole figure di "profittatori". Gli sta bene. Quanto alle grandi, eh, che ci volete fare, quelle ce le terremo: sono grandi, dopotutto. Chi può toccarle, chi può permettersi anche solo di inveire contro di loro? Contro i piccoli, invece, è facile e comodo, dannatamente comodo... La morale, in questo Paese, è basata sulle dimensioni del "nemico": se è piccolo, tutti Torquemada; se è grande, tutti don Abbondio (e voglio andarci leggero...).

                     Piero Visani