sabato 16 luglio 2016

Polemos pater pantòn

       La vedi sullo sfondo, sorridente, quasi soddisfatta di sé. Non arriva mai per caso, anche se è "il padre di tutte le cose". Non arriva nel mondo degli equilibri, ma in quello degli squilibri; non arriva nel mondo della giustizia, ma in quello delle più totali ingiustizie; non arriva perché le società sono equilibrate, ma perché al loro interno sono stati lasciati sviluppare squilibri inaccettabili.
       E' la guerra, con il suo carico di violenza, morte, dolore, sofferenze, iniquità, tragedie. Questo carico c'è anche prima, ma la gente faceva finta di non vederlo, perché era più comodo fare così. Ora però non si può più e presto il peso della violenza ci schiaccerà tutti.
       Che guerra sarà? Forse fra Stati, ma è l'ipotesi a mio giudizio più remota. Forse un'immane scarica di violenza universale, perché costruire società sulla base di ineguaglianze abnormi è il modo migliore per farle - ad un tempo - implodere ed esplodere.
       Che senso avrà? Nessuno, ma una pace basata sulle iniquità più totali ne aveva forse uno, salvo che per i padroni del mondo?
       Un mondo equilibrato e ben bilanciato può permettersi - e darsi - giustizia e leggi. Un mondo dove conta solo il privilegio più virulento, non può permettersi niente, se non soccombere al peso terribile delle sue stesse iniquità.
       Quando ciascuno di noi cumula dentro di sé un crescendo di insoddisfazioni sempre più grandi per tutte le forme di repressione che è costretto, suo malgrado, a subire, senza mai vedersi riconosciuto nemmeno uno straccio di diritto, dopo non resta che attendere il momento in cui quelle repressioni andranno ad esplosione, e quel momento sta arrivando. Non l'ho voluto io, quel momento. Mi è arrivato addosso, un po' come a tutti noi. Mi ha urtato parecchio, però, il fatto che dovevo (e devo) subire quelle repressioni per il mio bene. Vorrei continuare a giudicare da solo che cosa sia, per me, il mio bene, senza consigli o suggerimenti di sorta. Potrebbe accadere che le visioni su quello che è stato, è e sarà il mio bene divergano, e che io mi faccia fautore di una mia interpretazione personale del medesimo. Tutto il resto, "lo scopriremo solo vivendo" (o morendo)...

                                                   Piero Visani