domenica 31 luglio 2016

Tensioni

      La giornata estiva, nella sua pesantezza (atmosferica) post-prandiale, forse non induceva del tutto a un confronto dialettico approfondito, ma esso si accese quasi d'improvviso, stimolato da un'immagine ben precisa, individuata da entrambi su una prestigiosa rivista di fotografia, e così il dialogo tra Laura e Fabrizio si avviò piuttosto fitto.
       Sotto il profilo formale, la foto non lasciava spazio ad alcun dubbio, e fu forse quello a far decollare il dialogo.
       Fabrizio, che attendeva quell'occasione da tempo, si lasciò andare ad alcune riflessioni molto esplicite. Per nulla volgari - non era il suo stile - ma inequivoche. Fece notare a Laura come i contenuti della foto che aveva attratto la loro attenzione fossero suscettibili di una prima lettura, molto superficiale e banale, ma potessero essere anche sottoposti a una seconda lettura, decisamente più complessa.
       Che cosa voleva evocare il fotografo, chiese Fabrizio? E formulò una risposta precisa, che andava molto al di là della semplice immagine raffigurata. Come gli era tipico, analizzò la fotografia a fondo e ne descrisse quelli che per lui erano i significati primari e quelli secondari.
       Di fronte a una disamina così attenta e articolata, Laura diede qualche segno di fastidio e forse anche di imbarazzo. Di norma, tendeva a sottrarsi a quel tipo di discorsi, che forse la infastidivano a causa della loro esplicita natura di speculazione razionale. Non era l'immagine in sé a disturbarla, ma il fatto che si potesse parlarne senza - semmai - abbandonarsi al flusso degli eventi e delle emozioni. Meglio riprodurla - questo il suo pensiero - piuttosto che costruirci sopra dei discorsi che forse non gradiva.
       La ragione per cui non li gradiva procurava un vago senso di fastidio a Fabrizio, il quale riteneva che il vero piacere e l'autentico erotismo non derivassero semplicemente dal fare, ma dall'analizzarlo in profondità, esaminando ogni singolo dettaglio, perché da ogni singolo dettaglio potevano scaturire emozioni nuove, frutto di ingressi in territori del tutto sconosciuti e bisognosi quindi non solo di essere diffusi, ma spiegati, spiegati in assoluto e a chi li percorreva.
       Laura lo guardava con una vaga aria di degnazione, come se avesse a che fare con un soggetto inutilmente noioso. Poi cominciò a fare di loro due i soggetti, e non i meri osservatori, di quella splendida fotografia e Fabrizio - come sempre un po' tardivamente - cominciò a capire...

                                                     Piero Visani