Quando si chiudono i conti, su certe vicende esistenziali, occorre sempre un po' chiedersi se sono in pareggio o gradevolmente attivi o accettabilmente passivi.
Non credo di avere conti aperti, con alcuno, e questo è un motivo di soddisfazione, per me. In effetti, pur avendo avuto, in vita mia, parecchi momenti conflittuali, a livello personale e professionale, ho sempre cercato di chiudere le situazioni in modo che non ci fossero recriminazioni di sorta.
A livello professionale, credo di essermi costruito una solida stima e, se anche in talune circostanze ho avuto controversie con i miei partner, le ho sempre chiuse tranquillamente, senza strascichi di sorta, assumendomi talvolta anche l'intero carico delle spese, per dare attestazione concreta della mia disponibilità.
A livello personale, ritengo di aver seguito una linea analoga, per cui ho mirato sempre, quando possibile, a cercare di chiudere in pari, per non lasciare aperte situazioni sgradevoli, per non fare sì che dietro di me ci fossero ferite ancora non cicatrizzate.
Non posso sostenere di avere avuto successo sempre, ma ho cercato soluzioni del genere con impegno e non ho mai cercato di far vivere realtà "a dispetto dei santi". Quando ho capito che era ora di chiudere, ma magari si preferiva lasciare ad altri prendere l'iniziativa di farlo, l'ho presa. Quando ho ricevuto mazzate, ho cercato di restituire il minimo indispensabile, tanto per ristabilire un po' di equilibrio, poi sono uscito di scena.
E' per quello che mi sento in pace con me stesso: dove mi volevano buttare via, mi sono lasciato buttare via; dove vogliono collaborare con me, collaboro. Cerco sempre di mettermi in sintonia con i miei referenti, di modo che ciascuno abbia ciò che chiede. Uscite di scena, quando è quello che si vuole da me; fattiva collaborazione, quando è questo ciò che si desidera. E, in fin dei conti, credo sempre di aver dato a tutti ciò che mi chiedevano. In qualche caso, magari, mi sarei aspettato che i miei referenti mi chiedessero che cosa avrei voluto io, ma so che non bisogna mai pretendere troppo... E poi è giusto: a ciascuno il suo.
Piero Visani
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