martedì 9 aprile 2013

Storia e Memoria

      Nella mia vita, sia nelle mie vicende personali sia in quelle professionali, posso essere definito senz'altro un perdente. Le vicende che mi vedono protagonista si risolvono, in un modo o nell'altro, abbastanza negativamente per me. Ciò non accade perché io ci abbia fatto l'abitudine o perché sia particolarmente sfortunato, ma perché io non miro alla cronaca o alla storia. Io miro alla memoria. Dovunque io vada, qualunque cosa faccia, il mio principale obiettivo non è vincere, ma lasciare memoria di me.
       Voi direte: "Sapevamo che fossi stupido, ma non fino a questo punto!". Opinione assolutamente legittima, ma la mia estetica dell'esistenza prevede questo e soltanto questo: lasciare memoria di me. Sarò fatto fuori, buttato via, disprezzato, deriso, demonizzato, ma "lontano, lontano nel tempo", nessuno mi dimenticherà. Sarò io il vincitore nella memoria. Perché quando tutti si saranno affrancati dalle miserie del quotidiano, quando avranno cessato di effettuare manovre e manovrette, quando avranno messo da parte le paure e le prese in giro (anche se sarà sempre troppo tardi...), quando avranno cessato di curare gli interessi e guarderanno agli ideali, verranno in mente solo poche persone e, se mi avranno conosciuto e ovviamente "fatto a pezzi", una di quelle sarò io. Sconfitto nella cronaca e nella storia, sarò incontrastato vincitore nella memoria. Mi capiterà come alla Confederazione degli Stati del Sud nella storia americana. Sconfitta sul campo, demonizzata, accusata di colpe non sue, è vivissima nella memoria di tutti, sia di quelli che l'amano sia di quelli che l'odiano, perché si mosse per difendere un ideale. E gli ideali vivono, sono eterni, sono vivi nei cuori di chi è vivo, veramente vivo. Chiaro che gli ideali non vivono nei cuori dei mercanti e dei banchieri, ma per caso pensavate che ci vivessero? O volete somigliare loro? Solo l'empatia, l'emozione, lo slancio ideale e disinteressato consegnano alla Storia, rendono eterni, ti portano direttamente dalla vita al mito. Non vi piace, come percorso? A me sì, infinitamente!
      A livello personale, l'età sempre più matura mi consente di prendermi qualche rivincita. Non mi è raro incontrare qualche ex, in vena di sincerità, che si è pentita di avermi buttato via, non perché con me avrebbe avuto un'altra vita, ma perché finalmente riconosce che le è mancata la mia personalità, le mie "follie", la mia alterità. Sono grato a queste donne perché sono ammissioni difficili da fare, ma, dal momento che si tratta sempre di persone molto intelligenti (per mia fortuna ho avuto relazioni solo con donne intellettualmente dotate), se sono sincere non hanno difficoltà a riconoscere che, perdente nella storia della loro vita, non lo sono altrettanto nella loro memoria.
      Ovviamente so bene che questi riconoscimenti si danno non solo e non tanto per piaggeria, quanto per rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, dunque li prendo con beneficio di inventario. Però so pure che ho sempre puntato alla memoria, più che alla storia; che ho chiesto loro coraggio, e non ne hanno avuto; che ho chiesto loro di seguirmi lungo le strade dell'ignoto, e hanno preferito il noto...
      Ne ho sofferto? Sì, molto. Ma che cosa si voleva da me? Che fossi un uomo come gli altri? Con alcune mi sono frequentato per parecchi anni, e non sono riuscite a conoscermi davvero...?
      Non sto sostenendo la tesi, invero assolutamente di comodo, di essere lo sconfitto sul campo e il vincitore morale. Non dico assolutamente questo. Dico che ho combattuto un'altra battaglia e che voi non lo avete capito e, quando lo avete capito, era ormai troppo tardi, perché la mia "uccisione simbolica" si era consumata da tempo. Ma io sarò sempre vivo nella memoria, nella vostra memoria, non solo perché sono l'alternativa possibile ma perché, di fronte all' "Oltre-uomo", vi siene spaventate - mie piccole care - e avete preferito qualche tranquillizzante ometto, di quelli che vi fanno la spesa nei supermercati, o qualche altra soluzione nota, abituale e non angosciante (chiaro, no...?). Contente voi! Io sono nella memoria, nella vostra memoria, e ci resterò: una personalità come la mia non si dimentica tanto facilmente... Voi credete di avermi ucciso, simbolicamente. Io sono vivo, vivissimo, e compio di continuo il mio "eterno ritorno"... Chi credevate che fossi? Certe altezze non si frequentano perché ci si sente a disagio, si respira male, manca il fiato. Schade! Io abito proprio lì...

                              Piero Visani

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