Il dialogo, la feconda intersezione con una mente intelligente e sensibile è una delle poche cose che ancora valga la pena di fare in questo mondo abominevole e superficiale. Non ci si messaggia, non si twitta, non ci si scambiano brevi SMS, non si raccontano stupidaggini su Facebook. Si parla, si interloquisce con l'Altro, si fanno lunghe riflessioni in comune e, se nasce confidenza, ci si apre a vicenda, ciascuno racconta e svela un po' di sé all'altro.
Mi è sempre piaciuto fare il maieuta, con le persone che ritenevo degne della mia attenzione, ma mi piace anche il contrario, vale a dire aprirmi a chi cerca di capirmi, se solo ci ritroviamo in sintonia.
Non c'è nulla di meglio, per migliorare realmente se stessi, che aprirsi, che farsi misurare, che raccontarsi, che riconoscere i propri limiti nel palese intento di andare oltre i medesimi.
A me piacerebbe praticare questo approccio con tutte le persone che conosco, ma purtroppo con molte non è possibile, per una questione di sensibilità molto diverse. Se invece quella scintilla si accende (e si può accendere benissimo anche tra me e un uomo, perché tutto ciò ha molto a che vedere con la sfera relazionale, molto meno con quella sessuale), allora ci si avvia, magari stentatamente ma con ferma determinazione, lungo una "via delle vette" che spesso si riesce a percorrere solo in parte, ma che è un magnifico percorso di conoscenza di sé e dell'altro.
Dicono che ci voglia coraggio, a mettersi su questa strada, perché svela molte così di sé, anche quelle che spesso e volentieri si preferirebbe tenere nascoste per primi a se stessi. Ma, proprio perché è una sfida che richiede coraggio, ovviamente ho deciso immediatamente di raccogliere il guanto...
Piero Visani
Nessun commento:
Posta un commento