sabato 13 aprile 2013

Ubique

       Mio figlio Umberto sta per pubblicare il suo primo e-book. Sarà intitolato Ubique e sarà un romanzo immerso nel mistero, che si svolge in luoghi ed atmosfere che conosce personalmente e a lui molto cari.
       Il giovane Umberto (tra poco compirà trent'anni) ha già un solido retroterra editoriale, culminato nella pubblicazione del suo primo saggio Mondi alieni (Arethusa, Torino 2012), che ha riscosso un buon successo di critica e di pubblico.
       Collaboratore fisso, in passato, del programma televisivo Mistero, di Italia 1, nonché articolista di un gran numero di riviste italiane e straniere nel campo dell'ufologia, Umberto ha deciso di cimentarsi, alla stessa stregua di altri autori (penso al recentissimo caso del mio amico Giorgio Ballario, con il suo Nero TAV), con l'editoria elettronica, cioè, in una parola, con l'editoria del futuro, che ha il vantaggio di consentire molta flessibilità in più, nonché molto maggiori possibilità agli autori.
       Non ho ancora letto Ubique. So però che Umberto - e lo dico come critico, molto più che come padre - è un validissimo saggista e ora lo vedremo alla prova come romanziere, dove sono certo non sfigurerà.
       Come padre, sono orgoglioso di notare che lo stile di scrittura di colui che avrà il non facile compito di tenere alto, nel corso del tempo, il nome dei Visani (relativamente compromesso dal genitore...) è molto simile al mio. Non credo di averlo particolarmente influenzato, perché di me, in tutto il suo periodo formativo, Umberto ha letto solo tantissimi articoli di giornale e qualche libro sulla comunicazione dell'istituzione militare, ma le convergenze e le similarità sono palesi.
       Umberto è il mio capolavoro - consentitemi il legittimo orgoglio - di genitore e formatore. E' cresciuto in una logica di libertà ideologica, nella quale gli è stato detto "diventa ciò che sei". Dopo di che ha visto evolvere accanto a sé, giorno dopo giorno, un modello di vita - il mio - che lui sapeva non essere meramente teorico, ma concreto, vissuto nel quotidiano, vero, tangibile, verificabile.
        Il mio è stato un classico esempio di leadership by doing. Gli ho indicato quali sono i nostri nemici e perché lo sono. E per quale ragione, nell'esserlo, sono nemici del genere umano, non nostri in particolare.
       Gli ho insegnato una concezione della vita disinteressata, etica, sempre pronta a individuare dei "mulini a vento" contro i quali scendere in campo.
        Il piccolo Umberto deve essere stato un osservatore molto attento e molto recettivo, visto che ho avuto il piacere di ritrovarmelo, da grande, sulla mia stessa trincea. Ha certamente compreso lucidamente che suo padre è un uomo vero e ha scelto naturalmente la mia stessa trincea. Vedere il suo profilo Facebook che gronda di immagini confederate, delle bandiere che ho amato, dei personaggi che mi sono cari, di tanta Scozia e di tanta Irlanda, mi ha fatto capire che cercando - come sempre - di essere un cattivo maestro, sono riuscito in realtà a essere un discreto maestro.
        La strada del paradosso - questo blog lo dimostra ad abundantiam - mi è molto cara, perché io amo, da sempre, i percorsi inversi, quelli in cui si perviene a "buoni" approdi da "cattive" partenze. Perché seguire le strade battute dagli altri? Scopriamo le nostre e - se ci copriranno di contumelie - rimaniamo sempre fedeli a noi stessi e all'immagine e all'idea che abbiamo di noi. Ci sputeranno addosso, pazienza. Non abbiamo alcuna ambizione di essere simpatici e salottieri, ma forti nelle nostre convinzioni e coerenti.
        Anche Umberto è arrivato da me tramite un percorso inverso e, per un padre, trovare un figlio che compie la sua stessa strada, perché ha compreso che è quella giusta, quella vera, nonché la via della libertà e dell'identità, è la più grande, la più enorme delle soddisfazioni. Ho consegnato una bandiera ad Umberto. Finché vivrò la porteremo insieme. Poi già so che lui la porterà nel nome mio. E so pure che la consegnerà ad altri, poco importa se saranno miei nipoti o altri giovani entusiasti.
         Umberto ha una missione, e lo sa. Porterà quella bandiera Ubique. E lo farà.

                                 Piero Visani

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