domenica 14 aprile 2013

Una rete di anime

      Nei giorni di sole, è mia abitudine riflettere più del solito. Mi serve a fare il punto della situazione. Constato con una certa soddisfazione che una mia situazione di profondo disagio si è evoluta, nel giro di circa otto mesi - complice anche la nascita del blog, ma certo non solo quella - nella creazione di una rete, una rete che definirei, senza tema di smentita, una "rete di anime". Grazie a un'intensa attività epistolare, persone che non si conoscevano si sono conosciute di più, si sono avvicinate, hanno iniziato a scambiarsi confidenze e pensieri.
      Si è trattato e si tratta di un'esperienza molto bella, che ha attivato direttrici di dialogo che in precedenza neppure esistevano e che ora sono forti o comunque interessanti e stimolanti.
      In qualche caso, complici conoscenze dirette o accostamenti avvenuti per vie diverse, quella rete di anime si è trasformata anche in una rete di corpi, ma - come sapete - in me apollineo e dionisiaco si mescolano senza soluzione di continuità e, pur essendo solito "non chiedere mai", non è che necessariamente mi ritraggo, se mi viene chiesto, o se l'empatia si trasforma con naturalezza e condivisa evoluzione in un qualcosa di diverso, di condiviso, di comunemente sperimentato.
      Come tutte le crisi, la lunga crisi che personalmente ho attraversato mi ha portato oltre e, al tempo stesso, al di sopra la situazione in cui mi trovavo in precedenza.
      In fondo, la mia crisi nasceva dall'impossibilità di dare corso, a qualunque livello, anche quello minimo dell'empatia a distanza, a un rapporto di sensibilità e intelligenze che ritenevo unico, gestito dal caso e - come tale - frutto di straordinaria fortuna e di felicissima casualità. Purtroppo, sono incappato nella più totale delle chiusure, ad onta della assoluta flessibilità di cui avevo dato prova.
      Tuttavia, la sincerità che ho mostrato nel raccontarmi, nell'evidenziare le mie fragilità, i miei tormenti, mi ha avvicinato un certo numero di persone, che ha mostrato di condividere la mia "tempesta di passioni" e che mi ha fatto sentire la propria umana e partecipe condivisione.
       In taluni casi, fortuiti anche quelli, la condivisione ci ha portati oltre, a livelli che forse inizialmente non prevedevamo, ma di fronte ai quali non ci siamo fermati, stante la nostra natura di curiosi sperimentatori delle infinite vie dell'essere. Il senso di una crisi, e anche quello di una conoscenza, è infatti quello di riuscire a capire fino dove si intende arrivare a fondersi. E una scelta del genere, è ovviamente libera, dettata dalle scelte e dagli orientamenti di ciascuno.
       Ne sono infinitamente lieto, ma a tutti i livelli, perché qualsiasi avvicinamento, dal più modesto al più totale, si è sviluppato nel pieno rispetto delle nostre rispettive identità.
       Così, quello che ho vissuto come un grave vulnus a me inferto - e che oggi considero invece una splendida occasione perduta, non saprei nemmeno dire per quale ragione, visto che come sempre non avevo offerto esiti precostituiti, ma una molteplicità di soluzioni possibili - ha finito per sfociare, per una sorta di singolare eterogenesi dei fini, in una splendida avventura esistenziale che mi ha fatto conoscere persone nuove, mi ha fatto approfondire i rapporti con persone già note, mi ha consentito di sperimentare percorsi di confine a me cari con sperimentatrici avide - come me - di non rifugiarsi nel noto, ma immergersi nell'ignoto.
       Si è soliti sostenere che non tutto il male viene per nuocere e dunque la mia personale vicenda potrebbe rientrare all'interno di una casistica del genere. Ma sarebbe un'immagine squallidina, manierata, piccolo borghese. Direi piuttosto che, correndo dietro a un'anima che pareva grande e forse tale non era, o non mi ha capito o ha avuto paura di me o qualsiasi altra cosa abbia potuto essere, è vero che ho dovuto provare il dolore della rinuncia e del rifiuto, ma è vero altresì che poi, progressivamente, mi si sono aperti davanti mondi a me cari, grazie ai quali oggi mi sento più ricco e meno solo.
       Una compensazione? No, nessuna compensazione è possibile in questo campo. Un'occasione perduta. Ma il "cacciatore di anime" non conosce stanchezza. La ricerca continua...
 
                      Piero Visani

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