Una persona amica si dichiara assai "colpita" per la puntualità con cui le ho consegnato un lavoro. Le faccio garbatamente notare che sono in ritardo di tre giorni e che, proprio per tale ragione, mi sento in difetto con lei. Mi chiede se stia scherzando...
A quel punto mi corre l'obbligo di precisarle che, nonostante un buon numero di anni di rapporti lavorativi e anche amicali, evidentemente davvero non mi conosce e non ha imparato a conoscermi, se si dichiara colpita dalla mia puntualità. Tutto quello che prometto, mantengo - le faccio sommessamente rilevare - altrimenti non sarei io e non mi sentirei me stesso. Non a caso, tendo a promettere poco, ma a mantenere tutto. E aggiungo - scherzando, ma non troppo - che, se le promettessi, per un'infinità di ragioni, qualcosa di non propriamente elogiabile, potrebbe stare sicura che manterrei la promessa, eccome che manterrei la promessa...
Sono (spiacevolmente) sorpreso dall'osservazione di questa mia amica. Ci conosciamo da tempo, credo di averle svelato parti del mio animo e del mio carattere. Possibile che le sia sfuggita la più evidente? Ormai mi è chiaro che, in quanto a capacità comunicativa, devo essere un disastro assoluto. Mi chiedo se è perché sono criptico, oppure se sono talmente sincero che i miei interlocutori credono che millanti, o che altro.
E' molto strano, anche perché, contravvenendo a tutti i principi dell'arte militare, io avverto prima i miei obiettivi di quello che farò. Poi lo faccio. Non attacco mai di sorpresa, semplicemente perché non attacco mai, ma mi limito a difendermi. Forse, in un eccesso di contorsione intellettuale, costoro pensano che il mio sia una specie di stratagemma. No, è proprio così: prometto e poi mantengo. Basta raccogliere qualche informazione sulle mie vite precedenti per rendersi conto che io mi comporto proprio così. E non provocarmi, preferibilmente... E non pensare che io sia un uomo qualunque, perché sarà mia cura smentirvi.
Piero Visani
Nessun commento:
Posta un commento