Non sono mai stato un grande estimatore degli psicologi, anche se la psicologia, come disciplina, mi ha sempre parecchio interessato. Probabilmente sono stato anche sfortunato negli incontri professionali che ho avuto in questo campo, ma mi è bastato incontrare la persona giusta per sviluppare una corretta interazione.
Mi hanno molto colpito, in particolare, non tanto le analisi che sono state compiute su di me, che sono solo abbozzate e all'inizio, quanto la capacità di comprendere persone e situazioni magari descritte da me da fuori, per quanto in dettaglio, e di riuscire a leggerle nella loro effettiva e intima essenza. Questo mi ha progressivamente convinto che la disciplina è molto valida e lo diventa ancora di più se trova i giusti interpreti.
Mi sono state impartite, in particolare, dotte lezioni sui meccanismi dell'alienazione e su come quest'ultima sia un male sempre più grave che affligge le nostre società. Ho capito molto, ho riletto alla luce di evidenze nuove alcuni eventi di cui sono stato protagonista, ho letto in una nuova luce comportamenti che mi erano risultati inspiegabili o molto difficili da decifrare.
L'immenso vantaggio dell'interpretazione psicologica è che aiuta a "leggere" situazioni che, ad un approccio superficiale, appaiono incomprensibili, immotivate, ingiustificate e ingiustificabili. Poi, però, si passa all'analisi psicologica e tutto risulta diverso, trascolora, aiuta a comprendere i comportamenti delle persone e la ratio che li muove.
Solo se ci si sofferma su alienazione e incomunicabilità si riesce a comprendere buona parte di ciò che affligge oggi le relazioni interpersonali e, se ci si affida a un supporto professionale di valore, si riescono a meglio discernere eventi, vicende, ruoli, relazioni.
Personalmente, man mano che approfondisco tale percorso, tutto mi si chiarisce davanti agli occhi e vedo molto più chiaramente le ragioni dei comportamenti miei, di quelli degli altri, e comprendo molto più nitidamente che cosa dovrò fare nel futuro. Non è poco, anzi è molto, moltissimo.
Piero Visani
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