Da un po' di tempo, nel silenzio, trascinavo una storia cui avevo fatto un cenno fugace quando era nata. Lo avevo fatto perché mi ero ritenuto straordinariamente fortunato, stante il fulgore estetico della persona.
Un brief encounter da adulti consapevoli e consenzienti, ma che si era arenato in breve, direi per prfonda diversità di linguaggi. Sono sempre a disagio, con le donne altoborghesi, perché detesto la loro esibita vacuità. Di conseguenza, eravamo entrati in breve in una fase di stallo, perché io non frequento salotti e, se proprio li devo frequentare, faccio in modo o di farmi cacciare o di non farmi invitare più. Il mio rapporto con i borghesi è di stile gaberiano, così come la mia opinione nei di loro confronti... [non credo di dover citare la canzone, vero?].
L'incontro iniziale, frutto delle rispettive sensualità, si era presto bloccato. E io detesto le situazioni di blocco. Detesto dovermi sforzare ogni giorno di capire che cosa vuole la persona cui tengo. Amo il dinamismo, non la stasi.
Mi era parso, dopo poco, di essere diventato una sorta di trofeo da esibire con le amiche, il che - in tutta onestà - mi era parso francamente osceno, per cui avevo diradato al massimo le mie frequentazioni con questa signora.
Eravamo entrati in un limbo, da cui era progressivamente scomparso tutto: tenerezza, empatia, sesso. Tutto. Sembravamo due "cadaveri in buona salute", per dirla con Alain de Benoist.
La freddezza che era subentrata tra noi aveva reso i nostri rapporti analoghi a quelli di una coppia stanca e sfibrata, e io mi aspettavo - come ho scritto nei post precedenti - che presto mi sarebbe arrivata addosso la più classica delle intimazioni femminili: "rimaniamo amici". Il fatto è che noi lo eravamo già, solo amici, perché il sesso era scomparso dalla nostra relazione, dopo aver avuto grande importanza all'inizio. E io, in fondo, attendevo quella fatidica frase per uscire di scena e sparire per sempre, come mi è successo con tante altre donne, fermo restando che, con quelle con cui hai giaciuto [bello, questo verbo biblico, vero?] ti rimane una maggiore tenerezza, una superiore complicità.
Ma io non voglio essere "l'amico eunuco" di nessuna. Se le donne che conosco hanno bisogno di un amico asessuato, se lo cerchino altrove, lascino stare me. Tutte le volte che ho cercato di assumere quel ruolo, anche di recente, ho commesso un errore macroscopico, perché rimanere amico non ha salvato me dal "dimissionamento" né la relazione dal disastro. E' finito tutto malissimo, con strascichi di astio esibito. E - devo dire - probabilmente è meglio così. Per quale ragione dovrei rimanere amico di una donna che vorrei scopare dal mattino alla sera, mentre lei proprio non lo vuol fare? Per sottopormi a qualche annetto di coiti interrupti, sapendo che il semen retentum perniciosum est, almeno per me, visto che lei lo vuole evitare? Per vedere come gioisce a farmi arrapare, ben consapevole del fatto che lo sta facendo, e lo sta facendo apposta? Ridursi a questo, mai!
No, in casi del genere occorre avere il coraggio di rompere, di rompere di brutto e di netto, sapendo che tanto, anche se continuerai a corteggiarla, più o meno assiduamente, non succederà mai niente e, non appena si stancherà di te, ti butterà via senza pensarci due volte. Dunque meglio anticipare le sue mosse o, se ad anticiparle non si riesce, meglio assecondarle. Così ti potrà pure odiare, e questo le toglierà la voglia di tornare a provocarti, che è una delle specialità delle rompicazzo più grandi e più bastarde, quelle che aspettano che ti si siano "ricaricate le batterie" per tornare a sculettarti davanti, ovviamente sempre fermamente decise a non dartela, ma saldissime nella determinazione di fartela balenare, e parecchio.
Così, quando ieri la mia "cara amica di una sera" (ce ne vuole, eh, per arrivare a citare i Pooh...! Sto scendendo in basso...) o poco più ha profferito la fatidica frase sull'amicizia maschio-femmina, l'ho mandata elegantemente al diavolo, pensando di chiudere lì la nostra piccola storia.
Quello che non avrei mai pensato è che, di fronte al mio stacco netto, decidesse quasi subito di rilanciare. Non la facevo capace di tanto. Sono rimasto piacevolmente sorpreso, anche perché ora l'iniziativa passa a me e non sono certo un soggetto di basso profilo, io. Non credo che potrò raccontare nulla, su queste pagine, della nostra nuova fase di gioco, ma si profila assai interessante.
Abituato ai virginali (o pseudo-tali) "oh no!", è bello sentirsi dire - ogni tanto, anzi molto, molto raramente - "perché no?". E' qui che si misura la donna adulta rispetto alla ragazzina impaurita, alla virago castrante, alla borghesuccia perbenista o alla lesbica di ritorno (o di sola andata...).
La mia fantasia è in movimento. La mia creatività pure. Il gioco è in mano mia e mi accingo a distribuire le carte. E' bellissimo poter vivere un po', dopo le stagioni degli ALT, delle rinunce e delle rigide divisioni di genere (i maschi da una parte, le femmine dall'altra). Improvvisamente tutto scompare: anni passati a impetrare un po' di attenzione, a cercare di suscitare interesse, a cercare di capire certi comportamenti contorti, affondano in un attimo di fronte alla possibilità di vivere, di buttare da un canto l'onanismo esistenziale (che è infinitamente più estenuante di quello manuale) per addentrarsi nelle selve oscure dei "giochi di ruolo", quali che siano i ruoli, le parafilie, le volontà di "andare oltre".
Dunque la foemina ridens esiste. Io ho una tale raccolta di "sante", tra le mie conoscenze, che non ci credevo nemmeno più. Bene, anzi benissimo. Roll up, Roll up for the Magical Mistery Tour! Qui fermarsi alla seduzione castrante non sarà sufficiente. Si va oltre, molto oltre...
Piero Visani
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