Un carissimo amico, dopo aver letto il post di stamane ("Molti nemici, molto onore!"), mi telefona e mi dice, tra il serio e il faceto: "Non hai scritto tutta la verità".
"Perché?", obietto io.
"Perché hai omesso un aspetto decisivo: quando ti senti ferito, o tradito, o preso in giro, spesso ti lasci coinvolgere in una clausewitziana [sa di strategia, questo mio amico] 'ascesa agli estremi'".
"Che intendi?" - obietto - fingendo di non capire.
"Che quando ti colpiscono duramente, reagisci con un'asprezza che in genere chi lo fa non si attende".
"E per quale ragione mi colpisce, allora, perché io me ne stia buono buono a subire?".
"No, è che nessuno valuta questo aspetto della tua personalità, il fatto che sei sincero e che, quando dai fiducia, la dai davvero. Molti pensano che certe tue aperture siano scelte tattiche. Pensano di colpire un furbetto, non un sincero. Se sei furbetto, abbozzeresti. Il fatto è che costoro scoprono che sei sincero quando è troppo tardi. E la sincerita tradita è come la 'collera dei buoni'. Quando si scatena, fa fuoco e fiamme".
"Ah..." - dico io - "e quindi?"
"Quindi si risentono, perché si aspettavano che tu fossi come gli altri, mentre tu non lo sei. Quella scoperta li sgomenta, non meno della tua reazione. A quel punto si offendono. Si offendono con te, perché non rientri nei loro schemi mentali. Non hanno capito niente prima, altrimenti non ti avrebbero trattato così, non capiscono niente dopo. E scatta la guerra totale, o l'odio, o la damnatio memoriae, o tutte queste cose insieme".
"Che c'entro io? Che ci posso fare?", obietto ancora.
"Nulla, sei vittima delle incomprensioni altrui e di una bellissima pretesa: loro riservano a sé il diritto di offesa e negano a te quello di difesa".
"Devono essere abituati bene...", sorrido io.
"No, non è quello. E' ovvio che si aspettano una reazione, ma non quella, non la tua. Non si aspettano che si scateni uno straordinario overkilling, si aspettano il ricorso a una minimum force, perché nulla sanno di te e nulla hanno capito".
"Beh, ma allora di che mi dovrei preoccupare? Ho messo i puntini sulle 'i' e sono anche pronto a prendermi tutte le colpe, ad essere presentato come il mostro, l'innominabile, colui che sarà degno di disistima eterna. Dopo tutto, ho un forte sense of humour, io."
"Sì, lo so, caro Piero. Sicuro che ce l'abbiano anche gli altri...?".
Piero Visani
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