sabato 25 maggio 2013

Alfa... restauri...!

     Qualche vecchia amica, di quelle che mi conoscono dai tempi dell'università, dice che con il tempo sono diventato un "maschio alfa", mentre in passato ero più timido e riservato.
      Sicuramente è vero, e posso anche spiegare perché: un tempo non avevo particolari urgenze, sapevo che il tempo non era contro di me, e certamente ero anche più introverso e insicuro. Superata la soglia dei sessanta, si è aperta anche per me la classica crisi da uomo maturo che scivola verso la vecchiaia e mi è venuta l'urgenza di fare, fino a che sono in tempo, cose che non potrò fare più diventando troppo vecchio.
       Su questo sfondo, anche se la legnata che ho preso sui denti tra giugno e agosto dell'anno scorso assolutamente non si riferiva a questo, ma aveva motivazioni diverse e più profonde, come tutti gli uomini - lo ammetto senza problemi - non amo minimamente i rifiuti. Nel mio caso, posso dire che la dimensione sessuale è solo uno dei rifiuti possibili, con me. E in genere non è quello che mi provoca particolari traumi. Quello che non accetto è il rifiuto intellettuale, il rifiuto della dimensione globale in cui tendo a collocare ogni relazione che desti il mio interesse, il rifiuto della mia singolarità, la mia omologazione ad altri uomini (quello proprio non lo sopporto, perché per me vuol dire cecità assoluta nei miei riguardi, vuol dire non comprendere che sono diversissimo dagli altri uomini), il mio scivolamento in una posizione residuale (la mia personalità non lo accetta e non lo può accettare).
      Come maschio alfa, ai primi del 2013 mi sono preso, sul piano sessuale, una rivincita sulla delusione subita. Ma, nonostante gli avvii promettenti, la persona incontrata, per quanto dolce e cara, è' una donna normale, di quelle che a me ispirano grandi sbadigli. L'ho curata per quanto possibile, ma senza particolare entusiasmo. Il suo essere molto accogliente poteva soddisfare certi miei stimoli, ma appena iniziava una conversazione... Non vedevo "follia", non vedevo cerebralità. Non vedevo un animo da scoprire, da sondare, su cui esercitare la mia arte maieutica. Vedevo una brava signora borghese, con un'unica prerogativa positiva: il non cercare di presentarsi come "diversa". Il che, in termini di autenticità, è meglio di altre che sono borghesi come e più di lei, ma amano fingere di non esserlo.
      E' rimasto vivo in me, oltre il fatto di avere perso una persona cui tenevo infinitamente, non tanto il timore che ciò possa essere avvenuto per ragioni estetiche, quanto che un decadimento fisico-estetico possa privarmi di qualsiasi possibilità di incontrare ancora, in futuro, una donna come piace a me.
      Così, da mesi ormai, seguo una dieta ancora più rigorosa di quella che seguivo prima, curo i capelli, il colorito del viso, corro e gioco a tennis al fine di evitare di avere spiacevoli "pancette" e naturalmente mi preoccupo di rifornire e aggiornare il mio già amplissimo guardaroba.
      Superficiale, narciso e vanesio, direte voi. E avete ragione, ma dovete tenere conto che con mente e spirito, cioè con le armi seduttive più forti di cui dovrei disporre, io mi faccio regolarmente il vuoto intorno, in forme che, se non fossi quell'egosintonico che sono, si potrebbero definire addirittura molto preoccupanti.
      Dato per accertato che la mia interiorità e la mia personalità fanno ribrezzo e inducono alla fuga, che altro mi resta: o mi rifugio in cima a un monte - e di fatto, per la vita sociale che faccio, è come se già lo fossi - oppure provo a sparare le ultime raffiche sul versante estetico, finché l'estetica mi sorregge. Il guaio è che, giocando su quest'ultimo versante, attiro molto spesso solo decerebrate, mentre, giocando solo sull'altro, non attiro proprio alcuna e, se per caso qualcuna ha voglia di venire a vedere, scappa di gran carriera.
      Un bel dramma, il mio! Per mia fortuna, alcune virtù ce l'ho anch'io: sono paziente e perseverante. E allora consentitemi i miei restauri: "raccatterò" qualche oca superficiale - per altro da non trascurare nella logica, da noi maschi amatissima, dell'one night stand - o, se avrò più fortuna, troverò qualche donna di quelle che piacciono a me, il mio archetipo femminile incarnato. La corteggerò incessantemente, la riempirò di attenzioni e di regali, la farò sentire unica... In una parola, preparerò il terreno per la mia successiva "defenestrazione", perché - sapete, l'ho scritto tante volte - sono "troppo, troppo di tutto". E devo essere rapidamente buttato via, perché faccio fumare i cervelli, spremere le meningi e costringo a non parcheggiare nella vita, ma a viverci. Dunque sono - e me lo hanno anche detto - un "perturbatore". E dire che io la credevo una delle mie qualità migliori, quella di perturbare...! Sono proprio un disastro!
      E tuttavia, nonostante queste vicende si ripetano con puntualità sconcertante, io sono paziente, tenace, perseverante. Sono convinto di valere, moltissimo. E di poter piacere, moltissimo. Dovrei smettere la mia ricerca solo per qualche insuccesso parziale o qualche successo che non mi ha soddisfatto? Non sia mai! "Boia chi molla!".
 
                                 Piero Visani
 

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