Un amico mi invia una mail corredata da un antici proverbio cinese, dove si parla di "via della verità", "via della menzogna", degli sfracelli provocati dagli eventuali incroci dei due percorsi, e mi chiede di pubblicarlo e commentarlo sul mio blog.
Declino garbatamente. Dopo aver visto la figura di Pitt Mackeson in Cavalcando col diavolo, sono approdato al convincimento che quella dello scary Monster (nella mitologia altrui) e dell'"angelo ribelle e vendicatore" (nella mia) è una soluzione sincretica che fa contenti tutti e mi consente di affrontare nuovi temi. In effetti, io sono abituato ad essere considerato un mostro, specie ogni volta che rinvio al mittente le legnate che mi sono state inferte, e so che questa mia abitudine suscita odi profondi e duraturi (ma va...?). A mia volta, non mi dispiace interpretarmi come "angelo ribelle", forse non propriamente "vendicatore" (non aspiro a tanto...) ma sicuramente vendicativo (quello sì, sempre e comunque).
Dunque chiudiamola qui: nel mio profilo Facebook personale (che non ho) ci sarà un dislike in più (sono già tanti, uno in più non sposta la media...), mentre io continuerò ad essere fedele all'immagine che ho di me.
Mi terrò stretta la mia patente di "mostro" e - siccome è una patente a punti - avrò molti punti in più...
Concluderò con un commento di puro stile andreottiano. La cosa mi fa assolutamente ribrezzo ma, in questo contesto, si inserisce alla perfezione: "Se l'è cercata". E, se colui con cui "la cerchi" è Belzebù, è ovvio che "la trovi"... Sbagliare bersaglio, nella vita come in guerra, è più che un delitto, è un errore. E gli errori si pagano. Non da una parte sola. Quello sarebbe troppo bello e troppo comodo.
Piero Visani
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