Ci fu un tempo in cui quello di un libro a quattro mani stava per diventare un vero e proprio progetto. Poi il progetto è tramontato, e non solo il progetto. Ma credo che lo scriverò comunque da solo, perché le storie di vita che uno considera molto importanti è bene che si consolidino da qualche parte, quanto meno nelle pagine di un libro, visto che si sono volatilizzate altrove.
E' una cosa che voglio fare soprattutto per me stesso, ma credo che, raccontando un'esperienza vera, sarà un'opera di cui tutti potranno dire peste e corna (ci sono abituato...), ma io l'avrò scritta nel modo migliore per un autore, cioè buttandoci dentro parti intere di me.
Sarà una visione unilaterale - ne sono perfettamente consapevole - ma è l'unica visione che mi rimane. Non darò colpe ad alcuno, non distribuirò pagelle, non distinguerò i "bravi" dai "cattivi". Non ce ne sono. Ciascuno ha fatto ciò che riteneva meglio per sé, ed è giusto così.
Racconterò una storia di vita, della mia vita. Di un passato che io sento ancora presente e che, con il libro, spero si trasformi in futuro, in piccola memoria di me. La sincerità e la voglia di raccontarmi sono alcune delle poche cose che mi restano (e devo dire che c'è perfino qualcuno che le apprezza). Può darsi che cercherò un editore, se troverò il libro particolarmente riuscito, oppure tenterò anch'io la strada dell'editoria elettronica. Lo farò perché non riesco ad accettare il fatto che, insieme alle persone (cosa che per quanto riguarda me è assolutamente legittima e non intendo contestare, anzi accetto, sia pure con dolore), si butti via la memoria di un incontro che è stato comunque molto bello. Cercherò di salvare quella, con tutte le mie capacità autoriali. Spero davvero di riuscirci.
Piero Visani
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