venerdì 31 maggio 2013

Rimini

      Tra le canzoni di Fabrizio De André, Rimini (1978) è una di quelle che amo di più, per la musica (peraltro di Massimo Bubola) e per il testo, ricco di straordinarie immagini che si susseguono in un fantastico intreccio di metafore, di simboli, di suggestioni.
      Una di queste, che mi colpì fin dalla prima volta che lo sentii, è il verso:
 
non regalate terre promesse a chi... non le mantiene...
 
       E' un verso che ha segnato in negativo la mia vita, da prima che la canzone stessa fosse presentata al pubblico ad oggi. La ascolto sempre, anche perché è permeata di quella lieve tristezza, di quella melanconia che sono così care al mio cuore. Potrei sceglierla come inno di giornate un po' così, quando l'umore non è dei migliori, perché di fatto si presenta come una fiera di occasioni perdute e la mia vita, almeno in parte, è stata tale, una simpatica "fiera delle occasioni perdute". Ci rifletto sempre un po' su, nelle mie giornate solitarie. E Faber mi fa compagnia. Sento di condividere la sua voglia di scandagliare il profondo, il profondo della mia anima.
 
                                       Piero Visani
 
 
 

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