domenica 12 maggio 2013

"Pazze" e "streghe"

      Una garbata e amabile lettrice del mio blog mi fa notare che a suo dire non è assolutamente corretto confondere le donne "pazze" (o presunte tali) con le donne "streghe" (o presunte tali) e mi invita a esplicitare più chiaramente il mio pensiero. Non posso che concordare con lei e mi accingo all'impresa.
       Nella mia personale visione, diconsi - molto amabilmente, per la verità - "streghe" le dark ladies, le donne che ti fanno oggetto di un loro disegno preciso, con fredda e coerente lucidità, mirando a ottenere uno o più obiettivi. Spesso queste donne sono delle "mantidi religiose", nel senso che il ricorso all'uso del loro corpo è una componente essenziale dell'applicazione dei loro disegni strategici: ti amano (anche fisicamente) e ti uccidono (quasi sempre metaforicamente, ma non sempre...). La tua uccisione (metaforica) è un danno collaterale che viene necessariamente implicato nell'esplicazione dei loro disegni, che sono lucidi e freddi. Vogliono arrivare da qualche parte, tu sei lo strumento per arrivarci, il loro corpo è l'altro strumento per arrivarci. Dopo il congiungimento carnale, singolo o reiterato, ha luogo la tua uccisione metaforica, ovviamente a condizione che nel contempo sia stato ottenuto l'obiettivo perseguito fin dall'inizio.
      Il comportamento delle "streghe" è dunque generalmente finalistico. Il maschio cade nella trappola sessuale e viene consumato, come se fosse un "uomo oggetto", immagine speculare della "donna oggetto" che, in tale eventualità, è invece - assolutissimamente - una donna "soggetto", e che soggetto...!
      Non mancano neppure i casi in cui ciò avviene per mera crudeltà, cioè per prendere, sul maschio, rivincite che possono derivare da chissà quali traumi passati, da ostilità di genere, da fredda vendicatività e da mille altre cause.
      La "strega" ti dà, contemporaneamente, Amore e Morte. Ma il suo Amore è spesso sublime, perché, nella finzione, le corre l'obbligo di essere persuasiva, altrimenti non sarà credibile. Non a caso, le dark ladies sono solite toccare i vertici della sessualità femminile. In questa ascesa agli estremi, infatti, soluzione intermedie non sono possibili.
      Gli uomini, in genere, amano molto le "streghe", perché, nel loro intimo, individuano in quel tipo di donna la quintessenza della loro visione del femminile: non la donna accogliente, ma la donna che "ti usa e ti getta", colei che dà senso a certe tue oscure paure, che ti ama e ti uccide.
       Il concetto di Eros e Thanatos è tipicamente maschile: che cosa c'è di più sublime che avere la possibilità di possedere la donna irraggiungibile, la donna dei tuoi sogni, la meraviglia delle meraviglie, il tuo archetipo femminino incarnato? Che costo rappresenta riceverne, dopo l'Amore, la Morte? Non è proprio un costo, non è nemmeno un prezzo da pagare. E' una dea che, in un colpo solo, ti fa raggiungere il sogno e poi ti libera del peso che ti immerge nell'angoscia, la vita. Uccidendoti, dandoti la morte - vera o metaforica che sia - la "strega" dà infine un senso alla shitty life che hai condotto fino a quel momento. E come fai a non esserle riconoscente: è una dispensatrice del tutto: dell'Amore, inteso anche come Vita, e della Morte. Sia benedetta, in eterno!
 
      Le "pazze", dal canto loro - ha ragione, cara amica - sono al più delle allieve "streghe". E non mi sento neppure di dire che studino per diventare "streghe". La loro natura è diversa. Sono più esseri incompiuti che compiuti. Perseguono anch'esse disegni tutti loro, ma meno chiari, meno nitidi, meno lucidi delle loro consorelle di categoria superiore.
      Essere vittima delle "streghe" può rappresentare il sogno di una notte di mezza estate di qualsiasi maschio. Essere vittima delle "pazze" è un'esperienza più complessa, perché né Eros né Thanatos hanno un'identità così chiara come nel caso di cui sopra. La "strega" infatti è lucida, la "pazza" no. La "strega" sa benissimo che cosa vuole, la "pazza no". La "strega" ha degli obiettivi, la "pazza" è molto più autoreferenziale e spesso tale autoreferenzialità è per lei più fonte di danni che di vantaggi.
      La "pazza", non avendo obiettivi ma estrinsecazioni caratteriali, spera di arrivare dovunque a costo zero, senza spendersi più di tanto, senza dover usare il proprio corpo (semmai limitandosi ad esibirlo, in potenza molto più che in atto). La "strega", per contro, sa bene che obiettivi elevati presuppongono prezzi elevati da pagare (e non è quasi mai detto che ritenga l'Eros un prezzo elevato da pagare...).
       Il risultato è che le "streghe" arrivano in genere dove vogliono arrivare, mentre le "pazze" sono specializzate soprattutto nel fare male a se stesse, prima ancora che agli altri, perché, non sapendo realmente che cosa vogliono, non sanno ovviamente come ottenerlo. Sono strateghe della tattica, ergo non arrivano mai da nessuna parte, perché una cosa è la tattica, un'altra è la strategia.
       Se hanno una specialità, che sanno applicare al meglio, è quella di riuscire a farsi clamorosamente il vuoto attorno, sono autentiche "artiste dell'eterotelia", perché possono nutrire centinaia e forse migliaia di rapporti superficiali, ma non uno realmente profondo, perché ne sono consustanzialmente incapaci. Saltabeccano da un fiore all'altro, ma non lo impollinano mai e tanto meno si fanno impollinare. Anzi, forse dell'impollinazione hanno un terrore primigenio.
 
        Detto questo, riconfermo però la mia predilezione personale non solo per le "streghe", ma anche per le "pazze". Come maieuta, per vocazione, sono dell'idea che le "pazze" siano delle "streghe" in potenza e mi sono sempre candidato a far lievitare in loro tale vocazione. Con scarso successo, ma senza che ciò inficiasse davvero la mia vena di talent scout.
        Come intellettuale intriso di spiriti mefistofelici, spero sempre di riuscire a "corrompere" qualche "pazza", persuadendola a "diventare ciò che è" e non sa di essere.
         Come uomo di mondo, amo le "pazze" perché comunque sono l'esemplare femminile più vicino alle "streghe" e dunque faccio in modo di accontentarmi.
         Come essere umano (lo sono anch'io, anche se c'è qualcuno che non lo crede) ho simpatia per la strana follia delle "pazze", per quel loro muoversi inconcludente ma così divertente. Le amo comunque, almeno fino a che mi rispettano. Poi ovviamente sono costretto a qualche piccola contromossa per ricordare loro che è meglio avere rispetto, del prossimo, specie se sono soggetti che anche loro sanno far male, e non solo subirne passivamente.
          Ma anche le "pazze" possono essere straordinarie compagnie di giochi, se solo sapessero giocare. Non sempre lo sanno fare. Schade! Si buttano via tonnellate di vita, quando dalla dimensione ludica si passa a quella seria, o addirittura a quella seriosa. Il gioco era lì, bell'e pronto. Farlo fallire per ritiro dei giocatori è un inutile spreco. Sono scherzi frutto della paura, la paura dell'ignoto. Capita. Ma, se frequenti per tanto tempo Mefistofele, non ti accorgi di chi è o vuoi fermarti alle porte dell'Inferno...? Suvvia...
 
                                        Piero Visani 
      
 

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