giovedì 9 maggio 2013

Rivelazione!!!

      Milano, viale Piave, all'altezza del numero 40, circa. Sono in piedi di fronte all'ingresso di un supermercato Esselunga, leggermente rientrato rispetto alla sede stradale. Ho un'appuntamento all'hotel Diana Majestic, a poche decine di metri più in là, ma sono in lieve anticipo e allora mi fermo un attimo sul bordo del marciapiede a leggere le mail in arrivo sul mio smartphone. Noto che il traffico è molto scarso.
      Stridio di freni. Un'auto si blocca proprio di fronte a me.
      "Giovanni, ah mascalzone! Ma come? Vieni a Milano e non mi telefoni, non ti fai vedere, non vieni a mangiare da me? Lo so che sei un pezzo di m..., ma non esagerare...!!".
      Alzo lentamente la testa e guardo la persona che urla. E' un signore di mezza età, corpulento, al volante di una bella BMW blu. Ha abbassato il finestrino di destra e si sporge verso di me.
      "Giovanni, Giovanni!. Come stai? Sono Antonio. Non ti ricordi di me? Sono il proprietario di tutti i ristoranti in cui vieni a mangiare! Sempre in tiro, eh! Gli anni per te non passano mai...!!"
      Mi tolgo gli occhiali da sole con gesto studiatamente lento. Lo guardo con leggero fastidio, poi, visto che insiste, scendo dal marciapiede, mi appoggio alla portiera e infilo la testa dentro l'auto, attraverso il finestrino aperto.
       "Mi dispiace per lei, ma sta sbagliando persona. Sono Piero Visani, non il suo amico Giovanni".
       Mi scruta a fondo per qualche lungo istante, come se non mi credesse. Poi qualcosa lo convince.
        "Ha ragione. Mi scuso davvero con lei. Non so come ho fatto a sbagliarmi. Ma - sa - siete proprio due gocce d'acqua, come fatti con lo stampo!".
        Forse per autoconvincersi, scende dall'auto, mi squadra ben bene, finalmente risolve il suo dubbio e mi tende la mano, per stringermela.
        "Mi scuso molto con lei, ma è come se fosse il suo sosia".
        Ricambio con una certa freddezza, ma senza negargli un sorriso ironico. Poi mi rimetto gli occhiali da sole. Dietro la sua BMW, nel frattempo, si è formata una discreta coda e qualcuno comincia a suonare il clacson.
        Riparte veloce.
        Io comincio a riflettere su quanto è avvenuto: dunque ho un sosia, dunque è un mascalzone, anzi proprio un pezzo di m... Di fatto, un sosia perfetto... Alla lettera, direi...
        E qui scatta la rivelazione, tutti i miei problemi esistenziali si chiariscono, in un colpo solo: ho un sosia, con tutte le "qualità" testé citate. Io vado nei luoghi, conosco persone, intesso amicizie, corteggio signore e magari faccio anche qualche progresso iniziale. Poi, però, subentra lui, Giovanni, il finto Piero, il "mascalzone", il "pezzo di m...". E' probabilmente curato e "in tiro" come me, e la confusione diventa facile. E' vero che, viste le sue amicizie..., non sembrerebbe proprio un fine intellettuale, ma io ho già capito - a mie spese - che essere tale non è proprio che mi giovi, anzi direi che i peggiori danni me li infliggo proprio su quel versante...
       Giovanni - detto "Piero" - chissà quante ne combina su altri piani, chissà in quale misura contamina il mio nome, la mia onorabilità, la mia credibilità. Si comporta male, mi fa perdere tutti i bonus che mi ero conquistato con la mia brillante intelligenza, il mio lucido argomentare, il mio fisico prestante, la mia indole attoriale, la mia innegabile bellezza. E - di fatto - "mi rovina la piazza".
       Donne che avevano voluto un po' di bene a Piero, nel momento in cui comincia a subentrargli il suo sosia Giovanni si stomacano, cominciano ad odiarlo, fuggono mille miglia lontano, rompono ogni contatto con il vero Piero...
       Sono distrutto. Dunque è lui che mi rovina! E' questo maledetto Giovanni che mi fa terra bruciata intorno! E' lui che mi compromette tutti i rapporti con le donne. Che sia dannato (lui, non io; io lo sono gia)!!
       Mi assale un dubbio: vorrei sapere di che città è, perché avrei un sospetto prossimo a diventare certezza... Guardo alla mia destra, là ove Viale Piave sbocca in Porta Venezia. Se il semaforo fosse rosso, con uno scatto di corsa, potrei raggiungere Antonio e sciogliere il mio dubbio. Purtroppo il semaforo è verde e Antonio il ristoratore è già scomparso.
       Mi avvio sconsolato verso il mio appuntamento al Diana Majestic. Con però una piccola certezza in più. Forse non sono solo io a commettere crimini relazionali orrendi, quelli che mi dannano per l'eternità. Forse c'è anche Giovanni che mi aiuta. Forse è lui che distrugge quello che io provo faticosamente a costruire... Devo indagare.
      Sono sicuro che molti di voi penseranno che è tutto falso, dalla prima all'ultima parola. Invece è tutto vero, parola per parola, ed è successo ieri a Milano, alle ore 12.05, esattamente nei luoghi che ho descritto. Lo giuro sulla testa di mio figlio Umberto.
      Non cambia nulla, ovviamente, ma un po' mi conforta pensare che c'è qualcuno che mi "aiuta" a distruggere la mia immagine. Uno si sente alleviato dalle proprie colpe e, nel caso di specie, dato che io - per indole - potrei rivestire indifferentemente i ruoli di un santo o di un criminale, trovandomi alla perfezione in entrambi (ma meglio nei secondi, diciamolo...), non riesco a prevedere che cosa realmente abbia potuto o potrà fare Giovanni, in meglio o in peggio, di quello che abbia potuto o potrei fare io... Del resto - si sa - non si può essere simpatici a tutti, tanto meno ai volubili...
                        Piero Visani
         

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