lunedì 6 maggio 2013

Giochi di società

      I giochi di società possono essere molto divertenti, a condizione che si svolgano all'interno di un ambito di valori condivisi. Pensate ad esempio alle schermaglie pseudosentimental/sessuali che sono prassi comune all'interno di certi ambienti altoborghesi. Ma pensate altresì a che cosa succederebbe se a un soggetto altoborghese venisse in mente di andare a praticarli in una periferia romana. Lo riempirebbero di botte.
      L'esempio è banale, ma rende l'idea: certi giochini si praticano là dove tutti sono disponibili a giocare e dove tutti, in definitiva, sono interessati, a non farsi reciprocamente danno. Si gioca un po', tanto per scacciare la noia frutto dell'eccesso di soldi.
      Ammettiamo però che per fatuità, faciloneria, superficialità, incapacità di "pesare" le persone, a qualcuno venga in mente di applicare questi giochetti altoborghesi a chi borghese proprio non è, magari non per estrazione, ma per semplice, totale, direi fisica repulsione di quell' "universo di disvalori". A quel punto, uno sembra borghese, ma in realtà non è tale. E avviare con lui un giochino basato sulla pseudoseduzione, sull'interesse (mi potresti servire per recuperare una carriera lavorativa in fase un po' critica), sulla strumentalità (mi servirai fino a quando non avrò deciso di buttarti via), può essere un esercizio ad altissimo rischio. Perché, per chi è abituato a frequentare le strade della vita sul versante del tragico, o perché è partito da lì o perché quel versante gli interessava, i giochetti di chi la frequenta, da sempre, sul versante del gioco e della presa in giro, tra persone che si riconoscono per nascita in un universo di (dis)valori, non vanno bene e sono a forte rischio.
       Non credo sia necessario aggiungere altro. Per uno storico di valore come Franco Cardini, la guerra è "quell'antica festa crudele". Dunque - come vedete - la componente ludica non manca, ma, a differenza di quello che accade nelle festicciole borghesi, è - per l'appunto - "crudele". In verità, anche i giochini borghesi sono crudeli, crudelissimi, ma i borghesi, nel momento in cui, dopo aver tirato la pietra, ritirano la mano, stanno praticando anch'essi un gioco crudele, solo che lo negano ("vorrei che credessi che non ti ho preso in giro"), perché nelle fogne umane in cui risiedono si usa così: colpire e negare di averlo fatto, senza neppure avere il coraggio (quello è un lusso che davvero non possono concedersi) di ammetterlo.
        Un consiglio: lasciate stare i lupi, non ballate con i lupi. Hanno un codice d'onore. Danzate tra iene e mercanti. E' quella la vostra sala da ballo, magari "illuminata" da qualche iniziativa di beneficenza (ah, buona questa...!) in favore dei "meno fortunati". Ma ricordate: l'anima borghese è un'anima che "nessun detersivo, per quanto potente, può render pulita"...
         Dunque fate i vostri giochini di società e non disturbate i lupi. Perché - come sapete bene - certi giochi possono diventare duri. E solo quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. E sono dolori.
 
                     Piero Visani
    

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