giovedì 30 maggio 2013

I buoni consigli

       Mi sento come "Bocca di rosa". Singolare - direte voi - per un uomo... E' vero, ma ci pensavo proprio in questi giorni, riflettendo sull'enorme valanga di buoni consigli che mi tocca solitamente ricevere.
      Non so perché, ma io ricevo sempre buoni consigli. A me non pare di averne particolarmente bisogno, ma li attraggo come una calamita. A me molti devono dire cosa fare, come farlo, e perché. E se - come abitualmente succede - mi guardo bene dal farlo, sono urla, strepiti, alti lai, talvolta invettive.
      In preda a saturazione, mi è venuto nuovamente in mente il celeberrimo verso di Faber:
 
Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio
 
       E mi sono chiesto: "ma frequento templi, io? Siano essi pagani, cristiani, ebraici, o di qualsiasi altra confessione? Me ne guardo bene. Sono luoghi in cui, da bravo satanasso, mi sento non poco a disagio..."
       E anche volendo dare una benevola interpretazione di Gesù - cosa che a me è del tutto estranea e non riesce proprio - perché la gente dovrebbe paragonarsi al medesimo, e dare consigli a me?
       I wonder. Sarà tutta invidia, visto che resto fedelissimo all'idea di dare quello che la gente comune chiama il "cattivo esempio"?
       Non ho risposte a questo cruciale interrogativo, però so che mi stanno seppellendo sotto masse di buoni consigli. Non ne posso più: "non fare questo, non dire quello. Non essere così, sii cosà. Sei troppo irrequieto. Sei disturbante, sei perturbante. Vuoi tutto subito. Non sai aspettare. Non sei paziente. Non sai guardare nel lungo termine. Sei noioso. Sei grafomane. Sei narciso. Sei supponente, arrogante, crudele, feroce, disumano".
       Un sacco di gente, sotto questa valanga di "piacevolezze", si sarebbe già suicidata. Forse dovrei raccogliere questo benevolo consiglio trasversale? Me ne guardo bene. La tentazione talvolta c'è, ma poi mi trattiene il pensare che, in quel modo, probabilmente farei contenta troppa gente...
        A mia volta mi chiedo - e lo chiedo a quanti, tra i lettori del blog - mi conoscono personalmente: vi ricordate che abbia mai dato un consiglio non richiesto a qualcuno di voi? E, quando me lo avete chiesto, non avete notato l'assoluta ritrosia che avevo nel darvelo? Io amo rispettare le personalità altrui, le identità altrui. Ma perché non rispettano la mia? Perché devo essere sempre un "corrigendo"? Ma cosa ho fatto di così grave?
       Devo confessare che questo atteggiamento sta cominciando a infastidirmi e sto diventando molto selettivo, nel senso che, quando lo riscontro, mi ribello subito e lo rispedisco al mittente. Rapidamente e conclusivamente (del rapporto).
       Sono perfettamente consapevole - è ovvio - di essere il peggiore degli uomini possibili, di potermi meritare pattumiere di tutti i tipi e generi, ma perché tutti devono ergersi a giudici con me? Dopo tutto, io mi faccio solo i fatti miei e scrivo questo blog come esternazione di opinioni, non per giudicare questo o quell'altro.
       Chiedo a tutti, sommessamente: "Vi prego, voletemi un po' meno bene, anzi, voletemi proprio male. Ed evitate di rovesciarmi addosso i vostri buoni consigli. Non ne seguirò uno, mai. Però, se avete "cattivi consigli" - di passione, di perversione, di raffinati divertimenti intellettuali (e no...) - datemeli pure, sono pronto a riceverli".
 
                           Piero Visani

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