Giorni fa, la mia nipotina Aurora - figlia di mia cognata Cinzia - ha compiuto cinque anni. E' una bambina deliziosa, dolce, intelligente, vezzosa. Non la vedo troppo di frequente, ma, ogni volta che la vedo, cerco di giocare un po' con lei, come faccio con tutti i bambini.
Amo molto i bambini. Sono piccole anime che noi adulti dovremmo cercare di indirizzare nella giusta direzione, non considerandoli dei cerebrolesi, ma degli adulti in fieri. Credo sia quest'ultima caratteristica che mi rende molto simpatico ai bambini, con i quali entro sempre - molto rapidamente - in sintonia.
Non ho intenti didascalici, nel farlo. Mi piace incrociare la loro anima con la mia. Mi piace sottoporre la loro intelligenza a un bombardamento di stimoli, per vedere quali mi rimbalzano addosso e quali no, per comprendere il livello della loro intelligenza.
Aurora, da questo punto di vista, è molto pronta e ricettiva. E' dotata di un notevole universo interiore e, di conseguenza, le mie capacità affabulatorie (la sottopongo di continuo a storie diverse) aprono la sua mente e il suo cuore, e registro con gioia il suo tentativo di partecipare, di starmi dietro, di dimostrarsi all'altezza.
Sono un po' dispiaciuto, probabilmente, di non aver avuto, oltre ad un figlio maschio, una figlia femmina, perché sicuramente avrebbe potuto insegnarmi molto sull'universo femminino, a me ancora oggi in parte incomprensibile, ma cerco di stare attento a tutto ciò che Aurora può insegnarmi, poiché è lei che insegna a me, non viceversa.
Forse avrei potuto fare l'educatore, ma certo amo i giovani. Quando vado a fare conferenze, in genere ne conquisto facilmente l'attenzione, e non certo perché la mia comunicazione sia particolarmente abile, ma perché essi sentono che sono vero, che mi sento uno di loro, che mi ricordo bene com'ero io quando ero giovane come loro. Ho girato per anni facendo conferenze nei posti più diversi, anche in presenza di uditori molto ostili, politicamente molto ostili, ma li ho sempre conquistati, perché ho spiegato la mia passione e ho detto loro: ragazzi, è molto probabile che la mia passione politica sia profondamente diversa dalla vostra, ma c'è un qualcosa che ci unisce: siamo entrambi capaci di amare. Non dimenticatevelo mai. Ricordatevi che i vostri nemici non sono quelli che non la pensano come voi, ma coloro che sono intrisi solo di interesse, e non di passione.
Ricordo conferenze politiche fatte in scuole "rosse" dove, alla fine, ho ricevuto molti complimenti. Ero un avversario politico, per una parte di questi giovani, ma riconoscevano che ero vero, vero come loro, solo intriso di una passione politica diversa.
Alla stessa stregua, amo circondarmi di giovani anche a livello di lavoro: sono più intuitivi, più appassionati, meno scettici, più disposti al combattimento. Traggo linfa di vita da loro e cerco di trasmettere, senza farla pesare in alcun modo, un minimo di esperienza. E, in genere, è più quello che loro danno a me di quello che io possa riuscire a dare loro.
Aurora, anche se è ancora piccina, è una bambina fantastica, di cui si intuiscono notevoli potenzialità. Spero di poter giocare ancora a lungo con lei e di farle scoprire, a breve, che non sono un suo zio saggio, ma sono pazzo, scavezzacollo e pieno di energia vitale esattamente come lei. Proprio come ho fatto con mio figlio, che non credo mi rispetti più di tanto come padre, ma che mi auguro individui in me un coacervo di passioni - le sue, le nostre - e si accinga a protrarle nel tempo, che è il suo dovere storico. Porteremo avanti le nostre bandiere e non le ammaineremo mai. Non possiamo e non dobbiamo fare altro.
Piero Visani
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