Ieri sera ho visto Another Earth, film del 2011 di Mike Cahill, presentato anche al Sundance Festival e oggetto dovunque di ottime critiche. Amo molto il cinema d'autore, anche se non posso certo dirmi un cinefilo e tanto meno un esperto di cinema.
La pellicola è semplice e lineare nel suo sviluppo, e può contare sulla convincente interpretazione dei due protagonisti. La cosa che maggiormente colpisce, tuttavia, è l'ipotesi dei mondi paralleli (Terra 1 e Terra 2), la cui sincronicità verrebbe a un certo punto a rompersi. Non sono un esperto di queste tematiche, dovrei lasciare la parola a mio figlio, ma quello che mi ha colpito, nel film, è come un pretesto in fondo banale sia stato intelligentemente costruito per sviluppare la tematica del doppio e dei mondi paralleli.
Non è un film che faccia vibrare, ma stimola le intelligenze e invita alla riflessione. Il suo valore metaforico - che a mio parere è poi l'unica cosa che conti, in qualsiasi opera dell'intelletto - risiede nell'invito che ci rivolge a utilizzare una storia non reale per meglio comprendere il reale e per trovare, nel reale stesso, delle risposte che in caso contrario non riusciremmo a trovare.
La tematica del doppio e quella dei mondi paralleli, ad esempio, ci invitano non soltanto a riflettere su suggestioni profonde, ma anche a chiederci se tale duplicità e tale parallelismo non investano la nostra quotidianità non meno di quanto possa apparire, per di più sovrarappresentato, in un'opera cinematografica. Quante volte noi stessi siamo, contemporaneamente, più di una persona? Quante volte cerchiamo un'interfaccia con persone che sembrano vicine, ma in realtà sono lontane e che non riusciamo mai a raggiungere, come se appunto vivessero su un universo parallelo al nostro?
Sono temi che mi interessano da sempre e comunque Another Earth è un film che vale senz'altro la pena di essere visto. Girato con pochi mezzi, dimostra che le idee, talvolta, possono competere con il denaro...
Piero Visani
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