lunedì 22 luglio 2013

Orgoglio

      Nel mentre il tempo passa e mi trascina sempre più lontano, nel mentre le ferite che mi lacerano dovrebbero rimarginarsi, di una sola cosa, che sottopongo ad attenta riflessione quotidiana, sono contento: del fatto di essermi comportato bene. Avrei avuto mille ragioni per cedere, un po' di voglia di farlo, magari la vaga speranza che, dando tempo al tempo, la mia situazione avrebbe forse potuto migliorare. Ma ero stato solleticato nell'orgoglio, ero stato attaccato frontalmente, trattato come una pezza da piedi (così come sarò trattato anche dopo). Dunque non mi restava che rompere, e ho rotto.
       Il fatto di essere stato all'altezza dell'idea che ho di me è quello che mi ha portato fin qui, è quello che mi nutre quotidianamente, che mi dà alimento. In fondo, esaurita ogni forma di rancore, penso di essere stato messo alla prova - non dalle persone, ovviamente, ma dalle circostanze - e di esserne uscito alla grande. In verità, avrebbe potuto essere il mio personale 8 settembre. Invece, così non è stato.
      Mi è costato parecchio, il tutto, a livello personale, ma, tra i tanti conti passivi - dall'impegno profuso all'energia dispersa - uno è almeno attivo, attivissimo, positivo al punto da rendermi ferocemente orgoglioso di me: ho difeso il mio onore. Ogni volta che ci penso - e lo faccio tutti i giorni - mi sento incredibilmente soddisfatto. Mediazioni a perdere, patti leonini, morti a credito, contratti ricchi di clausole vessatorie. Nulla di tutto questo. Una virile uscita di scena, da dannato, quale sono sempre stato abituato ad essere. Se vi sembra un bilancio poco positivo, quello che posso dirvi è che sono "i domani che cantano" che ho sempre conosciuto. Se non vi entusiasmano, chiedetevi per una volta se entusiasmano me...
 
                             Piero Visani

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