Giornata come piace a me: al mattino, di fronte a un aperitivo, si conclude uno di quei noiosissimi love affairs che paiono tanto di moda, nell'universo femminile odierno. L'escamotage di uscita non gronda di fantasia: "Restiamo amici. Sai, tengo molto alla tua amicizia". "Certo cara, grazie, ma c'è un problema: io non tengo per niente alla tua. Mi interessavi come femmina; di amicizie posso trovarmene di migliori, nel caso proprio le cercassi...".
A pranzo, incontro di lavoro rapido e conclusivo: un possibile affare, una convergenza sul medesimo, e si chiude, positivamente per le parti.
Tempo impiegato, in entrambe i casi, pochissimo. Un affare concluso, un altro andato a monte. Capita. Però, "amico asessuato" di donne belle, mai. In cambio, un bell'accordo paritetico: io rinuncio a loro, loro rinunciano a me. E un soggerimento, pacato e sommesso, all'universo femminile: rinnovare l'arsenale delle scuse e dei pretesti. "Rimaniano amici" è ridicolmente logoro, banale, borghese, patetico. E "tengo molto alla tua amicizia", poi, è bellissimo: ci tengo talmente tanto che ti invito a toglierti di torno... Prometto: alla prima che mi dirà un sincero, sentito e partecipato "togliti dalle palle!", farò un bel regalo, anche perché talvolta mi prende il sospetto che la frase debba essere interpretata alla lettera... Ma prometto: non chiederò verifiche...
Piero Visani
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