mercoledì 17 luglio 2013

Un'estate di fermenti

       La cosa migliore da fare d'estate, in una stagione comunemente definita come morta, è sentirsi in fermento, sviluppare progetti, disegnare programmi, prevedere e anticipare il futuro. Lo faccio ogni estate e, anche se non sempre gli esiti sono all'altezza delle aspettative, però qualcosa di buono ne scaturisce sempre.
       Adoro l'idea di fermento sotto il profilo concettuale, in quanto sa di fibrillazione, di tormento creativo, di crisi (nell'accezione letterale di "trasformazione", "mutamento"). Sono attivo a 360°, a livello professionale, sperando che la cosa possa dare buoni frutti.
 
                                         Piero Visani

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