mercoledì 10 luglio 2013

Lettera a una (possibile) Musa

Carissima Musa,
                                 come tutte coloro che ti hanno preceduto (ma non avertene a male, non sentirti sminuita, se ne sono andate per loro volontà, non certo per mia), sento che ti vedrò uscire da una qualche forma di mistero e avrai subito poderosi effetti taumaturgici, su di me (Out the blue you came to me, and blew away life's misery, come cantava John Lennon).
                                  Non so se sarai tu a cercare me, o io a cercare te. Con tutta probabilità ci cercheremo contemporaneamente.
                                  I nostri occhi si incontreranno, i nostri cuori pure.
                                  Non temere, sono avanti con gli anni, ma il mio cuore è ancora giovane. Cerco ispirazione, e solo tu me la puoi dare.
                                   Ti prego, portami il tuo infinito mistero femminino, fammi sognare, fa che il tuo cuore incontri il mio. Io ti cerco da tempo, ormai. E tu, tu cerchi me?
                                   Non voglio niente da te. Nulla di specifico. Voglio un Solus ad Solam. Come sempre, più di sempre.
                                   Non voglio nemmento entrare nella tua vita, voglio che ci tendiamo la mano, che ci corriamo incontro, che troviamo un ponte per le rispettive solitudini. Un ponte che da due ci trasformi in uno.
                                   Ho bisogno di parlare, ho bisogno di raccontarmi, ma ho bisogno soprattutto di sentirti, di sentire te che ti racconti a me.
                                   Ti so già misteriosa, difficile, imperscrutabile, ma so che anche tu sai benissimo che "non c'è nessun altro al mondo così vicino a te, e così uguale a me".
                                    Sono ridicolo? Ti faccio sorridere? Meglio così! Sto cercando di abbattere le barriere del silenzio e trovare finalmente una donna che mi parli, che parli con me.
                                    Rincorro le Muse da una vita, ma sono veloci, galoppano come puledre irlandesi. Sono imperscrutabili, imprevedibili, irregolamentabili. Ed è proprio per quello che le rincorro. Per amore della loro indipendenza e del loro straordinario carattere.
                                     Non voglio domarle, desidero solo amarle. Cerco un dialogo tra eletti, ma un dialogo vero.
                                     Non ho avuto molte Muse, in vita mia, ma almeno tre sono stati angeli caduti dal cielo. Angeli ribelli, come me. Una mi ha compreso, le altre due no, e sono stati dolori indicibili, perché chi - come noi - vive la vita con straordinaria partecipazione personale non può fare altro che soffrire più di chiunque, non può fare altro che portare dentro di sé tutto il dolore del mondo.
                                     Ti cerco tutti i giorni con ansia, mia nuova Musa, e ti aspetto, ti aspetto sempre. Aspetto che il tuo sorriso e la tua bellezza illuminino le mie giornate ora vuote, piene di una creatività che fatica ad emergere, priva com'è della guida di una Musa.
                                      Con le poche Muse che ti hanno preceduto, è stato l'orgoglio a uccidere il nostro rapporto, il silenzio a dannarci. Io mi sono fatto umile e ho parlato, tanto tenevo a loro, ma non è servito a niente. Mi hanno condannato e lasciato. Le capisco. Evidentemente non sono riuscito a farmi comprendere.
                                      Ma tu, o splendida Musa che stai per uscire dalle nebbie di questa vita orribile al punto da risultare intollerabile, non avresti voglia di dividere un po' di vita con me, di sviluppare un'affinità elettiva alla quale dare forme non precostituite, non includendo niente ma non escludendo anche niente?
                                      Il mio dramma - sai - è che alcune Muse le ho perdute e tu, se e quando ti manifesterai - sarai probabilmente l'ultima. Ma potrebbe essere anche la tua fortuna, essere l'ultima, perché potrei non voler cercare altra che te.
                                      Sono un uomo ferito dai miei infelici rapporti con altre Muse, ma permane la mia straordinaria volontà di dare. Ti farò la mia regina e allaccerò con te tutte le relazioni e tutti i dialoghi possibili. Non correrai il rischio della banalità o della quotidianità o dell'ordinarietà, con me. Forse correrai il rischio dell'intellettualismo e della sensualità, ma potrai sempre portarmi in altre direzioni, se lo vorrai.
                                       Non so se e quando emergerai dal buio. So però che continuerò nella mia ricerca, perché sono tenace, cocciuto, ostinato, pieno di fede in me stesso. Non voglio passare questi anni nel silenzio. Voglio trovare un cuore di donna che palpiti insieme al mio. E ce la farò. Se le mie Muse precedenti non mi hanno capito, troverò quella giusta, che mi capirà e ci immergeremo felici nella nostra sfera incantata, tendendoci le mani, ascoltando le nostre voci, facendo battere i nostri cuori all'unisono. Ho già vissuto queste esperienze, e so che sono assolutamente vere. Non le butterò via un'altra volta. Non io, almeno.
 
                                                  Piero Visani

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