Esattamente 150 anni fa, la mattina del 1° luglio 1863, i reparti della divisione guidata dal generale confederato Henry Heth cominciarono ad affacciarsi alla periferia di un tranquillo centro della Pennsylvania, Gettysburg, seguendo una strada denominata Chambersburg Pike.
La Guerra Civile americana era in corso da oltre due anni, con esiti incerti. Le forze dell'Unione non erano riuscite a schiacciare quelle della Confederazione degli Stati del Sud, anzi avevano subito una serie di significativi insuccessi militari, il più recente dei quali, la battaglia di Chancellorsville (combattuta in Virginia dal 30 aprile al 6 maggio del 1863), era stata il capolavoro tattico di Robert Edward Lee, comandante dell'Armata sudista della Virginia settentrionale e innegabilmente uno dei più grandi generali della storia.
Dopo quel successo, il Sud doveva necessariamente passare all'offensiva, invadendo il Nord, in quanto la dirigenza sudista era ben consapevole della propria inferiorità numerica e materiale nei confronti dell'Unione. Occorreva approfittare del fatto che il presidente americano Lincoln non riusciva a trovare dei generali in grado di fargli vincere la guerra, e imporre una situazione di stallo prolungato, ottenendo - questo l'aspetto decisivo - il riconoscimento della Confederazione da parte della grandi potenze europee, che fino a quel momento non avevano riconosciuto diplomaticamente la secessione degli Stati del Sud.
L'offensiva in direzione della Pennsylvania e di Washington, scattata nell'ultima decade di giugno del 1863, era dunque il più serio sforzo che la Confederazione intendeva fare non tanto per vincere la guerra, quanto per ottenere il proprio riconoscimento diplomatico. E' ovvio che, se le grandi potenze europee dell'epoca, a cominciare dalla Gran Bretagna, avessero avuto una classe dirigente all'altezza del proprio ruolo, avrebbero immediatamente riconosciuto la Confederazione, basandosi sul fatto che creare una situazione europea nel continente nordamericano (vale a dire la presenza di due potenze che si fatto si bilanciavano) avrebbe aperto enormi opzioni politiche agli europei stessi, impedendo la creazione di un gigante statunitense. Nulla di questo, tuttavia, venne percepito e gli esiti li conosciamo, visto che il gigante, lasciato così improvvidamente crescere, alla fine ha fatto un boccone solo della Vecchia Europa.
Così, la mattina del 1° luglio 1863 le diverse colonne dell'Armata della Virginia settentrionale cominciarono a confluire verso Gettysburg, cittadina di uno Stato sicuramente unionista come la Pennsylvania: l'invasione sudista del Nord era ormai in corso!
Ho avuto il privilegio di visitare Gettysburg, una decina di anni fa. Il luogo della battaglia è mantenuto con tutto il rispetto che si possa immaginare per un Paese come gli USA, che non hanno dietro di sé una storia millenaria. Ho già raccontato alcuni momenti salienti di quella visita, e non mi ripeterò, così come ho raccontato l'emozione profonda che ho provato.
Oggi si inizia a celebrare il centocinquantesimo anniversario di quell'evento epocale, e mi fa piacere ricordarlo. Il mio amore per la storia è una di quelle poche cose che mi fanno sentire ancora non del tutto estraneo al mondo in cui vivo.
Piero Visani
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