domenica 28 luglio 2013

Come i gatti

       Come i gatti, ho molte vite e le vivo contemporaneamente e in parallelo. Mi uccidono in una e io sopravvivo in un'altra e in un'altra ancora decido di imbarcarmi in qualche nuova avventura. Sono uno e trino, e prego chi di voi è cristiano di non considerarmi blasfemo. Molto più semplicemente, conduco esistenze parallele, che talvolta convergono e talvolta no.
       A livello personale, trascino con me una vecchia ferita che tarda a rimarginarsi; a livello professionale sono in mille faccende affaccendato; a tutti i livelli mantengo un occhio vivo e curioso sul mondo, sempre attento a conoscere nuove persone, a fare nuove esperienze, a cercare di "vivere di più" in tutti i campi e in tutti i sensi.
        Velocità, sincerità, pervasività, passionalità sono elementi che connotano quotidianamente il mio agire. Non mi sottraggo a nulla, non rinuncio a nulla, non mi accontento di residui di qualsiasi genere. Voglio sempre tutto e di più.
         Mi capita spesso di imbattermi in persone che mi chiedono di fermarmi, che cercano di impormi le loro regole, i loro ALT, le loro frustrazioni e inibizioni. Non accetto le loro richieste e, se non posso andare fino in fondo, mi allontano di mia spontanea volontà. Non intendo vivere una "vita a credito". Non l'ho mai fatto né mai lo farò. Ho rotto rapporti cui tenevo moltissimo semplicemente perché si voleva che questi rapporti fossero sottoposti a regole. Non accetto regole: donne che volevano essere solo amiche, soci che mi volevano come partner a sovranità limitata, un universo di soggetti che accettava, nella migliore delle ipotesi, "pezzi di me", non me. Sfortunatamente per loro, io sono un soggetto a tutto tondo, animato per di più da una visione olistica dell'esistenza. Se non posso essere tutto, scelgo deliberatamente di essere niente. Non mi presto a "saldi", a vendite di fine stagione, a essere quello che vogliono gli altri. Quando si vuole che io sia qualcosa, e non tutto, scelgo io - con estrema tranquillità - di essere niente. Non intendo partecipare a nessun gioco di cui non abbia contribuito a definire le regole.
       Ho raccolto molta ostilità, comportandomi in questa maniera. Ma non mi premeva di essere simpatico o accettato nei "salotti buoni". Mi premeva di non essere banale. Ho conosciuto tutte le pattumiere del mondo, ma nessuno può dire di avermi mai esibito come un soprammobile. Sono un soggetto a rischio, un partner ideale per chi abbia voglia di rischiare, di sperimentare, di "andare oltre"... Oltre la banalità, oltre le regole, oltre il perbenismo.
 
                          Piero Visani

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